Il CHMP raccomanda l’approvazione di dupilumab per il trattamento dell’esofagite eosinofila nell’Unione Europea

Il CHMP raccomanda l’approvazione di dupilumab per il trattamento dell’esofagite eosinofila nell’Unione Europea
  • Una volta approvato, dupilumab sarà il primo e unico farmaco mirato e specificamente indicato per il trattamento dell’esofagite eosinofila in persone di età pari o superiore a 12 anni disponibile nell’Unione Europea
  • Negli Stati Uniti, dupilumab è attualmente l’unico farmaco indicato per il trattamento dell’esofagite eosinofila
  • Il parere positivo si basa sui dati di uno studio registrativo che dimostrano come i pazienti trattati con dupilumab sottocute abbiano sperimentato un miglioramento significativo della capacità di deglutire e la remissione istologica della malattia, rispetto al placebo
  • Nell’Unione Europea, circa 50.000 adulti e adolescenti convivono con un’esofagite eosinofila grave e non controllata

Il Comitato dei medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha espresso parere positivo, raccomandando l’approvazione di dupilumab nell’Unione Europea (UE) per il trattamento di adulti e adolescenti con esofagite eosinofila (EoE). La raccomandazione riguarda i pazienti di età pari o superiore ai 12 anni, con un peso corporeo di almeno 40 kg, non adeguatamente controllati o non candidabili al trattamento medico corrente. La decisione della Commissione Europea è attesa nei prossimi mesi. A maggio del 2022, il trattamento con dupilumab sottocute ha ottenuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration statunitense per il trattamento dell’EoE in pazienti di età pari o superiore a 12 anni, con un peso corporeo di almeno 40 kg.

L’EoE è una malattia infiammatoria cronica e progressiva che danneggia l’esofago e ne impedisce il corretto funzionamento. I risultati ottenuti con dupilumab in adulti e adolescenti affetti da EoE, dimostrano che l’interleuchina-4 (IL-4) e l’interleuchina-13 (IL-13) sono fattori chiave dell’infiammazione di tipo 2 alla base della malattia. Per le persone affette da EoE la deglutizione, anche di piccole quantità di cibo, può essere un’esperienza dolorosa e potenzialmente causa di soffocamento. Inoltre, devono affrontare la frustrazione e l’ansia dovute a una lista di alimenti da evitare in continuo aggiornamento, una scarsa qualità di vita e un rischio più elevato di depressione. Nei casi in cui l’EoE provoca un restringimento dell’esofago può esserne necessaria una dilatazione forzata e potenzialmente dolorosa. Nei casi più gravi, un sondino per l’alimentazione potrebbe essere l’unica opzione per garantire un corretto apporto calorico e un’alimentazione adeguata.

Il parere positivo del CHMP si basa sui dati di uno studio di fase 3 a 52 settimane, suddiviso in tre parti: la Parte A e la Parte B hanno valutato dupilumab a 24 settimane rispetto a placebo, mentre la Parte C ha osservato i pazienti delle Parti A e B che hanno continuato il trattamento con dupilumab o sono passati a dupilumab per altre 28 settimane. I risultati hanno dimostrato che i pazienti trattati con dupilumab hanno registrato un miglioramento della capacità di deglutire già a quattro settimane, nonché una remissione istologica della malattia, miglioramenti dei parametri endoscopici anomali dell’esofago e a livello cellulare a 24 settimane rispetto al placebo, con risultati mantenuti fino a un anno. Nello studio, i dati relativi alla sicurezza sono sovrapponibili con il profilo di sicurezza già noto per dupilumab, nelle indicazioni approvate. Gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab rispetto al placebo hanno incluso le infezioni.

L’uso di dupilumab in adulti e adolescenti con EoE è in fase di sperimentazione nell’Unione Europea e non è ancora stato approvato.

Dupilumab

Dupilumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce le vie di segnalazione mediate da IL-4 e IL-13. Non è un immunosoppressore e non richiede monitoraggio di laboratorio. Il programma di sviluppo di dupilumab ha dimostrato un significativo beneficio clinico e una riduzione dell’infiammazione di tipo 2 negli studi di fase 3, stabilendo che l’IL-4 e l’IL-13 sono fattori chiave e centrali dell’infiammazione di tipo 2 che svolge un ruolo importante in molteplici malattie correlate e che spesso si presentano in condizione di co-morbidità. Queste malattie includono indicazioni per cui dupilumab è già stato approvato, come la dermatite atopica, l’asma, la rinosinusite cronica con poliposi nasale (CRSwNP) e la prurigo nodularis, ma anche malattie per cui dupilumab è ancora in fase di sperimentazione come l’EoE nell’Unione Europea.

Dupilumab ha ottenuto approvazioni regolatorie in uno o più Paesi in tutto il mondo come trattamento in pazienti con dermatite atopica, asma, CRSwNP, EoE o prurigo nodulare in popolazioni di diverse età. Dupilumab è attualmente approvato per una o più di queste indicazioni in più di 60 Paesi, tra cui l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone. Sono oltre 500.000 i pazienti ad oggi trattati con dupilumab in tutto il mondo.

Lo sviluppo clinico di dupilumab

Dupilumab è sviluppato congiuntamente da Sanofi e Regeneron nell’ambito di un accordo di collaborazione globale. A oggi, dupilumab è stato studiato in più di 60 studi clinici che hanno coinvolto più di 10.000 pazienti con varie patologie croniche guidate in parte dall’infiammazione di tipo 2.

In aggiunta alle indicazioni approvate, Sanofi e Regeneron stanno studiando dupilumab in diverse patologie mediate dall’infiammazione di tipo 2 o da altri processi di tipo allergico in studi di Fase 3, tra cui l’EoE pediatrica, la dermatite atopica di mani e piedi, l’orticaria cronica inducibile da freddo, l’orticaria cronica spontanea, il prurito cronico di origine sconosciuta, la broncopneumopatia cronica ostruttiva con evidenza di infiammazione di tipo 2, la rinosinusite cronica senza poliposi nasale, la rinosinusite allergica da funghi, l’aspergillosi broncopolmonare allergica e il pemfigoide bolloso. Questi utilizzi potenziali di dupilumab sono attualmente in fase di indagine clinica, pertanto la sicurezza e l’efficacia in queste indicazioni non sono ancora state sottoposte alla valutazione delle autorità regolatorie.


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