L’Italia ha bisogno di una Agenzia Nazionale di Health Technology Assessment

Agenzia Nazionale di Health Technology Assessment

L’Italia ha bisogno di una Agenzia Nazionale di Health Technology Assessment. Durante la quinta e ultima sessione plenaria del XIII Congresso nazionale della Società scientifica di Health Technology Assessment (Sihta) si è parlato dell’istituzione di una Agenzia Nazionale di Hta, così come previsto dal Patto per la salute, siglato nel dicembre 2019, e dal position paper della Sihta del giugno scorso.

Gli interventi della sessione sono stati moderati da Pietro Derrico, presidente della Sihta, ingegnere biomedico, Responsabile della Funzione Tecnologie e dell’Unità di ricerca Health Technology Assessment and Safety dell’Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù, e Francesco Saverio Mennini, presidente eletto 2021-23 della società, professore di Economia Sanitaria e Microeconomia, research director EEHTA del Ceis Facoltà di economia, dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Più di altri, un sistema come il nostro ha bisogno di metodi condivisi per operare le scelte. LHta aiuta in questo. La richiesta condivisa di Stato e Regioni di superare la parcellizzazione eccessiva nello svolgimento delle attività, senza una regia efficace, evidenzia che e’ riconosciuto un malessere”, afferma Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute. “La regia unitaria – continua – dovrebbe aiutare a superare queste difficoltà. Credo sia un ruolo del ministero essere un punto di convergenza delle diverse istanze, mantenendo sempre un rispetto pieno delle autonomie dei soggetti. Oggi c’è un freno a creare nuovi soggetti, per i costi e gli aspetti organizzativi che ciò comporta, ma può essere comunque presa in considerazione se essi sono validi e di riconosciuta autonomia. Ma certamente la competenza di chi coordina e fornisce elementi per le scelte deve essere garantita e riconosciuta da tute le parti in causa”.

Nel nostro position paper – ricorda Derrico – abbiamo sintetizzato un modello organizzativo. Le funzioni principali dell’Agenzia dovrebbero essere: mettere a punto gli aspetti metodologici, effettuare i Report di valutazione delle tecnologie più innovative, accreditare le unità di Hta nei grandi ospedali, definire i contenuti informativi dei professionisti in base a un set formativo comune, accogliere le istanze delle regioni, garantire le attività sull’intero territorio nazionale, coordinare i report di valutazione, verificare la qualità degli stessi report e renderli disponibili alle strutture pubbliche e centrali di acquisto”

L’opportunità di istituire una Agenzia Nazionale di Health Technology Assessment è stato argomento di discussione dell’Health Policy Forum tenuto a settembre 2020. Il professor Americo Cicchetti, direttore Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari ALTEMS, Facoltà di Economia, dell’Università Cattolica di Roma, ha presentato durante la sessione la sintesi di un policy paper realizzato dal forum al riguardo. “L’Agenzia – spiega – deve avere un unico committente (il Ssn e il Ministero della Salute, in particolare) e deve garantire un forte coordinamento verticale per evitare duplicazioni, incentivare la collaborazione fra le regioni, garantire i tempi di valutazione e monitorare le attuazioni delle raccomandazioni prodotte. L’Agenzia è intesa come un organo operativo del Ssn – prosegue -, deve rappresentare tutti ed essere perciò indipendente da politica e payers. Il Policy Forum ha sottolineato l’importanza che questa Agenzia produca regole trasparenti e sia destinataria di risorse congrue, tramite un finanziamento pubblico, privato, e misure fiscali ad esempio il 5 per mille dell’Irpef”.

Chi è convinto che in questo periodo la presenza di un unico soggetto deputato al settore dell’HTA avrebbe potuto dare un contributo significativo a tutto il Ssn è Achille Iachino, direttore della direzione generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute. “L’Hta – afferma – ci consentirebbe di introdurre il concetto di ‘costi evitati’, oltre alla maggior sicurezza della tecnologia che ha un immediato effetto sulle cure. Il Patto per la salute colloca nella giusta cornice l’Hta in relazione ai dispositivi medici. È stata una precisa scelta di policy, essendo il Patto un documento frutto del forte coinvolgimento di Stato e Regioni. Purtroppo, quasi a ridosso della sua approvazione, la pandemia ha obbligato chi si occupa di salute pubblica a concentrarsi, con assoluta prevalenza, sul contrasto alla stessa, ma vi posso garantire che c’è la più viva attenzione su questi punti che saranno affrontati quando le circostanze lo consentiranno”. Perché oggi c’è una parcellizzazione delle strutture che fanno Hta? “Se guardiamo in positivo – risponde -, la parcellizzazione forse è nata perché in tanti vogliono fare Hta. Il focus deve essere facciamo Hta nel modo migliore, in una cornice di punti chiave. Credo che sia una delle chiavi di volta per far emergere che in sanità si può fare risparmiando”.

Sul tema del finanziamento anche privato dell’Agenzia, Iachino aggiunge: “Non lo considero un tabù. Se ci sono meccanismi idonei a mantenere l’assoluta indipendenza fra fonti di finanziamento e scelte, è ben accetto per dare risorse al sistema”. “Senza Hta – sottolinea- non riusciamo ad affrontare sfide come, ad es., la cyber security o la produzione di dispositivi mediante stampanti 3D”.

Un’analisi delle agenzie nazionali di Hta oggi operative nel mondo la offre Marco Marchetti, responsabile del Centro nazionale per l’Health Technology Assessment dell’Istituto Superiore di Sanità. “A livello internazionale le agenzie di Hta presentano caratteristiche eterogenee, come la composizione di staff e il finanziamento”, dice Marchetti. Nello specifico “L’impatto delle raccomandazioni prodotte non è vincolante nel 76% dei casi. Nei paesi europei invece è più frequente che le raccomandazioni siano vincolanti. Nel pensare a come strutturare la futura Agenzia – suggerisce -, bisogna immaginare dei framework di valutazione e competenze ad hoc”.

Franco Vimercati, presidente Federazione delle Società Scientifiche Mediche (Fism), infine, fa riferimento al contributo che la sua Federazione può offrire: “Il modello di Hta in Italia appare fortemente parcellizzato e incline agli sprechi. La Agenzia nazionale deve inserirsi in una cornice normativa adeguata e praticabile, con una autonomia su base scientifica”. “I professionisti devono usare le valutazioni fatte dall’Hta – evidenzia -. La Fism è in grado di garantire la necessaria integrazione orizzontale tra le molteplici realtà scientifiche appartenenti alla stessa branca e la necessaria integrazione trasversale che la moderna medicina richiede per il trattamento delle comorbilità”.

In conclusione, il professor Mennini ha annunciato che il prossimo Congresso Nazionale della società si terrà a Roma, ad ottobre 2021, con il titolo “Hta è cambiamento: dati, organizzazione e connettività”.

XIII CONGRESSO NAZIONALE SIHTA “HTA è Salute”
online dal 26 al 30 ottobre 2020

ECM Crediti attribuiti 10 Evento n. 5146 – 303084 – Crediti CFP: 10 per l’intero congresso

PROGRAMMA, VIDEO PROMO:

https://www.sihta.it

https://youtu.be/ra0DmZxvUFA

Da lunedì 26 ottobre:

PER SEGUIRE IL CONGRESSO IN STREAMING: https://www.sihta.it

PER PARTECIPARE AL CONGRESSO:

Mattina: https://attendee.gotowebinar.com/register/6931779108425394447

Pomeriggio: https://attendee.gotowebinar.com/register/668239597332780816

PER ISCRIZIONI:

https://fad.koscomunicazione.it/event/17/showCard