Cuore, arriva la terapia che lo rigenera: cellule staminali modificate per riparare i danni

Cuore, arriva la terapia che lo rigenera: cellule staminali modificate per riparare i danni

L’infarto lascia cicatrici indelebili nel cuore, riducendone la capacità di pompare sangue e aumentando il rischio di insufficienza cardiaca. Ma una nuova terapia sperimentale, pubblicata su Science, potrebbe cambiare radicalmente la prognosi di milioni di pazienti.


Il problema: un cuore che non guarisce da solo

Dopo un infarto, il tessuto cardiaco perso non si rigenera: viene sostituito da tessuto cicatriziale che non si contrae, riducendo la funzione del cuore. Le terapie attuali — farmaci, stent, pacemaker — possono migliorare i sintomi, ma non ripristinano il tessuto danneggiato.


La nuova terapia: cellule staminali ingegnerizzate

Il team di ricercatori ha sviluppato cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), derivate da cellule della pelle dei pazienti e riprogrammate per diventare cellule muscolari cardiache.

La novità sta nel fatto che queste cellule sono state modificate geneticamente per:

  • Resistere all’ambiente infiammatorio post-infarto.
  • Connettersi elettricamente con il tessuto cardiaco circostante, prevenendo aritmie.
  • Stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni.

Come funziona il trattamento

  1. Si preleva un piccolo campione di pelle o sangue del paziente.
  2. Le cellule vengono riprogrammate in laboratorio e trasformate in cellule cardiache mature.
  3. Dopo test di qualità e sicurezza, le cellule vengono iniettate direttamente nella zona del cuore colpita dall’infarto.

Nei modelli animali, entro 3 mesi il tessuto cicatriziale si è ridotto e la funzione cardiaca è migliorata del 40%.


I primi risultati negli esseri umani

Nella fase 1 dello studio clinico, condotta su 15 pazienti con insufficienza cardiaca post-infarto:

  • Nessun evento avverso grave legato al trattamento.
  • Miglioramento della capacità di sforzo e della frazione di eiezione.
  • Riduzione dei ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco nei 6 mesi successivi.

Il futuro: dalla sperimentazione alla clinica

Se confermati nelle fasi 2 e 3 degli studi clinici, i ricercatori prevedono che il trattamento possa essere disponibile entro 5-7 anni per i pazienti più gravi, inizialmente nei centri di cardiochirurgia avanzata.

Gli esperti sottolineano che, combinata con stili di vita sani e prevenzione, questa terapia potrebbe ridurre drasticamente i decessi per malattie cardiovascolari, che oggi rappresentano la prima causa di morte nel mondo.


FonteScience, 31 luglio 2025, “Genetically engineered stem cell therapy for cardiac tissue regeneration” (traduzione e adattamento redazionale).


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