Obesità: dall’Italia arriva la prima legge al mondo che riconosce la malattia

Obesità: dall’Italia arriva la prima legge al mondo che riconosce la malattia

Un docufilm e una svolta normativa segnano un cambio di prospettiva: l’obesità non è una colpa, ma una patologia cronica che merita diagnosi, cure e rispetto.

L’obesità è una malattia cronica che colpisce milioni di persone in Italia, ma che per anni è stata affrontata con pregiudizio, vergogna e disinformazione. Oggi, per la prima volta, qualcosa cambia davvero: l’Italia è il primo Paese al mondo ad aver approvato una legge dedicata all’obesità, che riconosce ufficialmente i diritti dei pazienti e pone le basi per un percorso strutturato di cura.

Un passo storico che non riguarda solo il sistema sanitario, ma anche la cultura sociale. Perché parlare di obesità significa parlare di salute fisica, salute mentale, dignità, qualità della vita.

Che cos’è l’obesità e perché è una malattia?

L’obesità non è un difetto estetico né una scelta individuale. È una patologia complessa, legata a fattori genetici, metabolici, psicologici, ambientali e sociali.
Rispondere alla domanda “Perché una persona è obesa?” significa uscire dalla logica del giudizio morale e entrare in quella della medicina basata sulle evidenze.

Chi colpisce?

In Italia si stimano oltre 6 milioni di persone con obesità. Colpisce adulti, giovani e persino bambini. È la porta di ingresso per molte malattie croniche gravi: diabete, ipertensione, tumori, scompenso cardiaco, patologie articolari e respiratorie.

Perché serve una legge?

La nuova legge italiana sull’obesità segna una svolta perché:

  • riconosce l’obesità come patologia cronica
  • apre all’inserimento nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) entro il 2026
  • consente diagnosi e trattamento strutturati nel Servizio Sanitario Nazionale
  • contribuisce a combattere lo stigma che isola i pazienti e ritarda le cure

Come ha ricordato uno degli esperti intervistati: “L’obesità è l’anticamera di molte patologie croniche: curarla non è solo un atto clinico, ma un investimento di salute pubblica”.

Corpo Libero: il documentario che dà voce ai pazienti

A raccontare questa trasformazione culturale è anche il docufilm “Corpo Libero”, presentato alla Festa del Cinema di Roma e realizzato con il contributo non condizionante di Lilly.
Nel film, persone che convivono con l’obesità condividono la propria storia, rompendo il silenzio e liberandosi da uno sguardo sociale spesso giudicante.

Iris Zani, Presidente dell’Associazione Amici Obesi, lo riassume così:

“Corpo libero significa liberarsi dal peso del pregiudizio, sentirsi degni di cura a prescindere dall’aspetto fisico”.

Perché è importante parlarne oggi?

Perché lo stigma ferisce più della malattia.
Molte persone con obesità evitano visite, screening, vita sociale, perfino di uscire di casa, per paura di essere giudicate. La nuova legge e il lavoro di sensibilizzazione sono un primo passo per restituire dignità, ascolto e diritti.

Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute
per ascoltare le voci dei pazienti, degli specialisti e scoprire tutti i dettagli del documentario Corpo Libero.

Una svolta che riguarda tutti

Parlare di obesità oggi significa parlare di prevenzione, di salute pubblica, di equità sociale.
Capire che non è “mancanza di volontà”, ma una condizione clinica trattabile, può cambiare la vita di milioni di persone.

La salute inizia quando smettiamo di giudicare e iniziamo a comprendere.

 

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