Violenza di genere: educare al consenso per prevenire un’emergenza sociale

Se non vuoi

Un progetto nazionale porta nelle scuole un nuovo strumento per parlare di rispetto, ascolto e relazioni sane

La violenza di genere resta una delle emergenze sociali più rilevanti in Italia. Non riguarda solo la cronaca, ma incide profondamente sulla salute, sul benessere psicologico e sullo sviluppo emotivo dei più giovani. Per affrontare il problema alla radice, la prevenzione passa anche attraverso l’educazione al consenso e l’ascolto delle nuove generazioni, che chiedono strumenti concreti per comprendere e gestire le relazioni affettive.

Il memorandum poetico “Se non vuoi”, presentato a Milano da Cartusi Edizioni insieme a Fondazione Terre des Hommes e con il sostegno di IPSEN Italia, nasce proprio con questo obiettivo: parlare ai ragazzi dai 13 anni in su con un linguaggio immediato, visivo e capace di toccare corde emotive profonde.

La violenza di genere, spiegano gli esperti durante la presentazione, è un fenomeno che riguarda milioni di persone. Secondo l’ISTAT, oltre il 31% della popolazione tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale. Un dato che racconta un’emergenza di salute pubblica che richiede risposte educative e culturali, oltre che normative.

Il libro “Se non vuoi”, scritto da Beatrice Zerbini e illustrato da Marco Brancato, è pensato come un piccolo vademecum emotivo. Contiene frasi intense e illustrazioni essenziali, in grado di spiegare che cosa significhi consenso: una scelta libera, consapevole e rispettosa dei propri bisogni e di quelli dell’altra persona.

Perché parlare di consenso è così importante?
Perché l’educazione al consenso è uno dei modi più efficaci per prevenire la violenza di genere. Significa imparare a dire no, riconoscere i propri limiti, ascoltare l’altro e costruire relazioni basate sul rispetto reciproco. È un tema che riguarda tutti: adolescenti, giovani adulti, ma anche gli adulti spesso poco abituati a un linguaggio affettivo chiaro e condiviso.

Il progetto verrà distribuito gratuitamente nelle scuole italiane e nei gruppi extrascolastici, rispondendo a un dato significativo emerso dall’Osservatorio “In Difesa” 2025: oltre il 90% degli adolescenti ritiene fondamentale introdurre l’educazione sesso-affettiva nelle scuole. Quando la scuola non è in grado di farlo, spiegano gli operatori, è necessario portare questi contenuti altrove, nelle associazioni, nei centri giovanili, nei gruppi sportivi e culturali.

Durante le interviste, le psicologhe coinvolte sottolineano che uno dei principali rischi per i giovani è quello di non imparare a costruire relazioni sane. Una relazione sana, spiegano, è quella in cui un “no” non è vissuto come un rifiuto personale ma come un’espressione di libertà e autodeterminazione. È una competenza emotiva che si impara: ascoltare i propri bisogni, riconoscere quelli dell’altro, accettare che possano essere diversi.

L’iniziativa è sostenuta anche da IPSEN Italia, che sottolinea l’importanza per il mondo aziendale di promuovere progetti con un impatto sociale concreto. Sostenere strumenti che aiutano le nuove generazioni a parlare di rispetto e consenso significa contribuire alla prevenzione della violenza di genere, che è anche una questione di salute pubblica.

Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute per ascoltare le voci degli esperti e approfondire tutti i dettagli del progetto “Se non vuoi”.

Promuovere la consapevolezza fin dai primi anni dell’adolescenza è uno dei modi più efficaci per ridurre i comportamenti violenti e gli stereotipi di genere. Investire in educazione significa prevenire, proteggere e costruire una società più attenta al rispetto delle persone e dei loro diritti.

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