Sanità digitale in Italia: tra innovazione, dati e nuove sfide per il Servizio Sanitario Nazionale
Cos’è la sanità digitale e perché rappresenta una leva strategica per il futuro della sanità italiana
La sanità digitale in Italia è entrata in una fase decisiva: non è più una sperimentazione, ma un processo strutturale che riguarda l’organizzazione dei servizi, la qualità delle cure e l’equità di accesso sul territorio. Digitalizzazione, telemedicina, condivisione dei dati e intelligenza artificiale sono strumenti chiave per rendere il Servizio Sanitario Nazionale più efficiente, sostenibile e vicino ai cittadini, a condizione che siano accompagnati da formazione, governance e investimenti di lungo periodo.
La sanità digitale è importante perché consente di migliorare la prevenzione, ridurre le disuguaglianze territoriali e rafforzare la capacità del sistema di rispondere ai bisogni di salute della popolazione. Senza una visione condivisa e infrastrutture adeguate, tuttavia, il rischio è quello di non trasformare l’innovazione tecnologica in benefici concreti per pazienti e operatori sanitari.
Il tema è stato al centro del Forum Nazionale della Salute Digitale (FoNSaD), svoltosi al Ministero della Salute, che ha riunito istituzioni, professionisti ed esperti per fare il punto sullo stato della digitalizzazione della sanità italiana dopo un anno di lavoro e di progetti.
Dal confronto emerge una fotografia chiara: il sistema sanitario mostra apertura al cambiamento, ma registra ancora un forte bisogno di competenze digitali, strumenti adeguati e indirizzi condivisi. La prima indagine sul percepito degli operatori sanitari, presentata dal FoNSaD, evidenzia come molti professionisti non conoscano a fondo le tecnologie disponibili o non siano sufficientemente informati sulle opportunità offerte dalla sanità digitale.
Secondo Giuseppe Petrella, presidente dell’IRCCS CROB – Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata, la sanità digitale è una risorsa strategica ancora sottovalutata, che necessita di maggiore attenzione istituzionale e di un investimento deciso sulla formazione dei medici e degli operatori sanitari. In questa direzione si colloca il lavoro del FoNSaD, che punta a offrire alle istituzioni strumenti di lettura e di indirizzo basati sui dati e sull’ascolto di chi opera quotidianamente nel sistema sanitario.
La digitalizzazione, però, non riguarda solo gli addetti ai lavori. Coinvolge direttamente i cittadini, i territori e la capacità del Servizio Sanitario Nazionale di garantire equità di accesso alle cure. Andrea Costa, consulente del Ministro della Salute, ha sottolineato come la condivisione dei dati sanitari sia essenziale per rafforzare la prevenzione e anticipare scenari futuri, rendendo il sistema più pronto ad affrontare nuove emergenze.
In questo percorso giocano un ruolo centrale anche i fondi del PNRR, che hanno permesso di avviare progetti importanti sulla digitalizzazione della sanità e sulla telemedicina. L’obiettivo è colmare le disomogeneità territoriali e portare servizi sanitari avanzati anche nei piccoli centri, ampliando le possibilità di accesso alle cure per tutta la popolazione.
Accanto alla tecnologia, resta decisivo il tema dell’organizzazione dei servizi. Vito De Filippo, già sottosegretario di Stato alla Salute, ha evidenziato come la sanità digitale rappresenti uno strumento di trasformazione organizzativa, capace di rendere il sistema sanitario più efficiente solo se accompagnata da formazione, aggiornamento normativo e preparazione di operatori, pazienti e associazioni.
Quando si parla di sanità digitale, l’attenzione si concentra spesso sull’intelligenza artificiale in sanità. Antonio Giordano, presidente della Sbarro Health Research Organization, ha richiamato l’attenzione su un punto cruciale: l’AI è efficace solo se alimentata da dati di qualità e supportata da infrastrutture solide. In assenza di sistemi interoperabili e ben organizzati, anche le tecnologie più avanzate rischiano di non produrre benefici concreti per il sistema sanitario.
Lo sguardo degli esperti si sposta infine sul futuro della sanità italiana. Mauro Moruzzi, presidente della Scuola di Welfare Achille Ardigò ed esperto del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, ha sottolineato come la sanità digitale sia ormai un fatto di sistema. Per questo servono due pilastri fondamentali: una governance nazionale chiara e condivisa e un piano di finanziamento strutturale oltre la scadenza del PNRR, prevista per il 30 giugno 2026.
Il passaggio indicato è quello dall’investimento in infrastrutture fisiche all’investimento in infrastrutture digitali, con un fondo nazionale dedicato alla sanità digitale che garantisca continuità, visione strategica e sostenibilità nel medio-lungo periodo.
Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute per ascoltare le interviste e scoprire tutti i dettagli del progetto.
La sanità digitale in Italia si conferma quindi come una sfida complessa ma imprescindibile. Tecnologia, dati e innovazione possono davvero migliorare la salute dei cittadini solo se integrati in un sistema preparato, coordinato e orientato al futuro.
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