Interstiziopatie polmonari prima causa di morte nei pazienti con artrite reumatoide. Al via il progetto “RECALL.IT” per intercettarle con la telemedicina

interstiziopatie polmonari 
Il 20% delle persone con artrite reumatoide è a rischio di sviluppare interstiziopatie polmonari, tra le principali cause di morbilità e mortalità in chi soffre di malattie reumatologiche.
SIR lancia il progetto Recall.it, volto al monitoraggio proattivo delle interstiziopatie in sede di televisita e a una loro gestione tempestiva e appropriata.
Allo studio un algoritmo affidabile in grado di individuare i pazienti più a rischio, da sottoporre alla TAC toracica ad alta risoluzione necessaria a confermare la diagnosi.
Accorgersi subito delle complicanze polmonari dell’artrite reumatoide è essenziale per armonizzare le terapie e ottimizzare la cura di entrambe le patologie.

 

Individuare e gestire efficacemente le interstiziopatie polmonari (Interstitial Lung Diseases, ILD) nei pazienti reumatici, con la telemedicina, diagnosticandole precocemente e conciliando il loro trattamento con quello delle articolazioni.

È questo l’obiettivo di Recall.it”, nuovo progetto della Società Italiana di Reumatologia (SIR) che, all’interno della propria piattaforma dedicata alle televisite, iAR Plus, includerà parametri specificamente dedicati alle interstiziopatie polmonari, fra le principali manifestazioni extra-articolari associate alle patologie reumatologiche immunomediate.

Con l’iniziativa, che ha il contributo non condizionante di Boehringer Ingelheim, SIR cercherà di sviluppare e integrare in iAR Plus un algoritmo per identificare i pazienti a rischio e indirizzarli all’esecuzione della TAC torace ad alta risoluzione, esame necessario alla diagnosi di ILD e quindi all’avvio delle terapie.

“Le interstiziopatie causano fibrosi del polmone, ossia un ispessimento delle pareti alveolari in cui avvengono gli scambi tra l’aria che respiriamo e il sangue”, spiega Andrea Doria, presidente SIR. “Questa condizione porta a dispnea, anche detta ‘fame d’aria’, con sintomi quali tosse e affanno e può evolvere fino all’insufficienza respiratoria. Tutte le malattie autoimmuni sistemiche espongono al rischio di sviluppare ILD; in alcune, come la sclerosi sistemica o le miositi, il rischio è addirittura del 70%. Tanto che le prime linee guida europee per la gestione della malattia polmonare interstiziale nei pazienti con connettiviti, presentate all’ultimo Congresso Eular, raccomandano che tutti i pazienti affetti da sclerosi sistemica e malattia mista del tessuto connettivo siano sottoposti a screening per ILD. Per l’artrite reumatoide, in cui il rischio è di circa il 20%, lo screening viene suggerito solo se presenti fattori di rischio specifici. In questa patologia, le complicanze polmonari rappresentano, comunque, la principale causa di morte insieme agli eventi cardiovascolari”.

“In Italia vivono circa mezzo milione di persone con artrite reumatoide. Non potendo sottoporle tutte a screening, diventa essenziale individuare i soggetti effettivamente a rischio di sviluppare ILD, per invitarli a eseguire la TAC toracica ad alta risoluzione e avere il prima possibile la conferma o meno della diagnosi”, evidenzia Marco Sebastiani, Coordinatore del Gruppo di studio SIR “Polmone nelle malattie reumatiche”. “Se durante la visita in presenza possiamo farlo, auscultando il paziente e riconoscendo il caratteristico rumore indicativo di fibrosi polmonare, resta la necessità di riuscirci anche nell’ambito della televisita, che sta assumendo importanza crescente e un ruolo ormai insostituibile nell’assistenza alla cronicità. Ed è quello che intendiamo fare con il progetto Recall.it”.

“Riconoscere precocemente i casi di interstiziopatie polmonari nei malati reumatici – prosegue Sebastiani – è cruciale per poterne gestire la terapia in modo appropriato. Non tutti i trattamenti impiegati con successo per l’artrite reumatoide sono efficaci anche per le ILD, alcuni possono essere addirittura controproducenti. Vanno, quindi, valutati farmaci specificamente attivi sul quadro polmonare, nell’ambito di un approccio che permetta di ottimizzare i benefici sia sul fronte articolare sia su quello respiratorio”.

“In questa prima fase, i reumatologi che compilano la cartella clinica digitale su iAR Plus troveranno alcune novità, ossia campi specifici in ambito respiratorio (scale di misurazione della dispnea, indici per l’autovalutazione del respiro da parte dei pazienti etc.). In un secondo momento, grazie a una survey attualmente in corso tra reumatologi, radiologi e pneumologi, ci auguriamo di arrivare a implementare e validare un algoritmo che, al termine di ogni televisita, possa automaticamente segnalare al medico se il paziente è a rischio di ILD ed è consigliabile che esegua la TAC toracica ad alta risoluzione”.

“É fondamentale che i reumatologi siano non solo formati, ma anche supportati da strumenti concreti, per identificare tempestivamente le alterazioni polmonari e intervenire in modo proattivo ed efficace. Con il progetto Recall.it, SIR compie un ulteriore sforzo per far evolvere il reumatologo in uno specialista con visione sempre più multidisciplinare e capace di interpretare e coordinare interventi anche in ambito extra-articolare”, conclude il presidente Doria.