Tumori femminili: lo studio globale che svela come e perché il rischio è cambiato negli ultimi 30 anni
Seno, cervice, ovaie e utero: conoscere per prevenire meglio
Quando parliamo di tumori femminili come il cancro al seno, alla cervice uterina, alle ovaie e all’utero, entriamo in un territorio che riguarda da vicino milioni di donne in tutto il mondo. Ecco perché mi ha colpito particolarmente questo studio pubblicato su Journal of Hematology & Oncology, che analizza dati raccolti tra il 1990 e il 2021, raccontando un quadro complesso ma fondamentale per capire come sono cambiate le tendenze e i fattori di rischio di questi tumori. Puoi leggere lo studio completo su PubMed cliccando qui: Global status and attributable risk factors of breast, cervical, ovarian, and uterine cancers from 1990 to 2021.
I numeri che parlano chiaro
Nel 2021 il tumore al seno ha colpito più di 2 milioni di donne e ne ha uccise oltre 660.000. È un numero impressionante, che lo rende il tumore più diffuso tra le donne. Seguono il cancro cervicale, con circa 670.000 nuovi casi annui, il tumore ovarico (300.000 nuovi casi) e quello uterino (470.000 casi).
Guardando ai trend dal 1990 ad oggi, lo studio evidenzia che, se da un lato l’incidenza del cancro al seno, alle ovaie e all’utero è in aumento, dall’altro si registra una buona notizia: il cancro cervicale è in calo in molte regioni del mondo, soprattutto dove sono stati introdotti programmi di vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) e campagne di screening regolari.
I nemici invisibili: i fattori di rischio
Una delle cose che mi affascina sempre degli studi epidemiologici è come riescano a mettere in relazione fattori quotidiani, spesso sottovalutati, con il rischio di sviluppare un tumore. Ecco cosa emerge da questo lavoro:
- Cancro al seno: i principali fattori di rischio sono l’eccesso di peso, il consumo di alcol, il fumo e la sedentarietà. In altre parole, il nostro stile di vita ha un impatto diretto sulla salute delle nostre cellule.
- Cancro cervicale: il colpevole numero uno è il virus HPV, trasmissibile sessualmente, seguito dal fumo di sigaretta.
- Cancro ovarico: il sovrappeso e l’esposizione a determinati rischi ambientali o lavorativi sono i fattori principali.
- Cancro uterino: ancora una volta il peso corporeo elevato gioca un ruolo chiave, sottolineando quanto sia importante mantenere un peso sano per ridurre il rischio.
Disparità che fanno la differenza
Uno degli aspetti più interessanti e preoccupanti emersi dallo studio riguarda le disparità geografiche. Nei paesi più sviluppati, dove l’accesso a screening e cure è maggiore, si registra un aumento dell’incidenza del cancro al seno e all’utero, probabilmente legato anche all’invecchiamento della popolazione e a stili di vita più sedentari.
Al contrario, il cancro cervicale, un tempo tra i più diffusi nei paesi sviluppati, sta calando proprio grazie ai vaccini e agli screening preventivi. Tuttavia, nelle regioni meno sviluppate del mondo, dove questi strumenti non sono disponibili, la situazione resta drammatica, con un’incidenza e una mortalità ancora molto alte.
Cosa possiamo fare oggi per cambiare il futuro?
La prima risposta che mi viene in mente è: prevenzione, prevenzione e ancora prevenzione.
- Vaccinarsi contro l’HPV: non ci stancheremo mai di dirlo. È una delle armi più potenti che abbiamo contro il cancro cervicale, e funziona.
- Fare screening regolari: mammografia, Pap test e test HPV sono strumenti preziosi che possono salvare vite.
- Adottare uno stile di vita sano: mantenere un peso equilibrato, fare movimento, ridurre il consumo di alcol e smettere di fumare non sono solo consigli generici, ma scelte che possono fare una differenza concreta nella nostra vita.
Un messaggio che viene dal cuore
Scrivendo questo articolo, non posso non pensare a quante donne conosco che hanno affrontato o stanno affrontando una di queste battaglie. La ricerca va avanti, e ogni giorno si compie un piccolo passo verso trattamenti più efficaci e diagnosi più precoci. Ma nel frattempo, noi possiamo fare molto per prenderci cura di noi stesse e delle persone che amiamo.
Questo studio ci ricorda che la consapevolezza è il primo passo per il cambiamento. Sapere cosa possiamo fare, e farlo, è un atto di amore verso di noi e verso le generazioni future.
Monica Di Leandro
Giornalista scientifica
Direttore di Pianeta Salute