Vaccino RSV pediatrico: la svolta contro la bronchiolite nei neonati

Presentati in Senato i dati della prima campagna di immunizzazione universale: ricoveri ridotti fino al 90% grazie al nuovo anticorpo monoclonale
Proteggere i neonati da una delle infezioni respiratorie più pericolose è oggi possibile. Il vaccino RSV pediatrico, basato sull’anticorpo monoclonale Nirvimab, ha segnato una vera svolta nella prevenzione della bronchiolite neonatale, malattia temuta da pediatri e genitori di tutto il mondo. A dimostrarlo sono i risultati presentati ufficialmente in Senato durante la conferenza dell’Alleanza per un’infanzia libera da RSV.
Cos’è il virus respiratorio sinciziale (RSV) e perché è così pericoloso
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è responsabile di oltre 215.000 infezioni nei bambini ogni anno solo in Italia. Colpisce soprattutto neonati e lattanti, causando bronchioliti e polmoniti che, nei casi più gravi, richiedono il ricovero in ospedale o addirittura il ricorso alla terapia intensiva. Si stima che oltre 15.000 bambini siano stati ricoverati per bronchiolite da RSV nell’ultima stagione, e sebbene i decessi siano rari, la patologia ha un forte impatto sulla salute pubblica e sul sistema sanitario.
Nirvimab: un anticorpo che funziona come un vaccino
La vera innovazione di quest’anno è rappresentata da Nirvimab, un anticorpo monoclonale in grado di prevenire l’infezione da RSV nei neonati. Somministrato una sola volta prima dell’inizio della stagione virale, offre una protezione efficace e sicura per diversi mesi.
Nel corso dell’incontro al Senato sono stati illustrati i dati della prima campagna di immunizzazione pediatrica contro il virus RSV, partita in autunno 2024 in diverse regioni italiane. I numeri parlano chiaro: riduzione dei ricoveri fino al 90% e un’adesione altissima da parte delle famiglie, con picchi del 90% nei reparti di neonatologia.
Le best practice: Toscana, Lazio e Lombardia in prima linea
La Toscana si è distinta per efficienza e organizzazione, riuscendo a immunizzare quasi 18.000 neonati con risultati eccezionali. Anche Lazio e Lombardia hanno adottato il protocollo con successo, dimostrando che una campagna vaccinale pediatrica ben pianificata può ridurre drasticamente il peso della bronchiolite sugli ospedali.
Tuttavia, non tutte le regioni hanno risposto con la stessa tempestività. La mancanza di uniformità territoriale è uno degli aspetti critici evidenziati dal documento redatto dal tavolo multidisciplinare dell’Alleanza, che chiede ora una strategia nazionale unitaria.
Le raccomandazioni per la prossima stagione
Per l’autunno 2025, l’obiettivo è partire per tempo e in modo coordinato su tutto il territorio nazionale, integrando la vaccinazione RSV pediatrica nel calendario vaccinale e affiancandola alla campagna antinfluenzale.
Le cinque azioni chiave del documento includono:
- Aggiornamento del calendario vaccinale nazionale
- Formazione dei pediatri di famiglia
- Comunicazione efficace ai genitori e futuri genitori
- Offerta uniforme in tutte le regioni
- Riconoscimento del ruolo delle associazioni pazienti
Un successo che può cambiare la storia della bronchiolite
I dati presentati mostrano come la profilassi universale abbia già avuto un impatto decisivo sulla salute infantile. Meno accessi al pronto soccorso, meno ricoveri, meno sofferenza per i più piccoli e meno spesa sanitaria. Il vaccino RSV pediatrico è dunque un investimento in salute pubblica, che può cambiare il futuro di migliaia di bambini.
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