Una svolta nella cura del tumore alla prostata

L’AIFA ha approvato la rimborsabilità di Enzalutamide, una terapia ormonale di ultima generazione, per il trattamento del tumore alla prostata in fase precoce non metastatica.
Si tratta di una decisione significativa, che apre nuove prospettive terapeutiche per uomini con recidiva biochimica — cioè con PSA in aumento dopo un primo trattamento chirurgico o radioterapico — ma privi di evidenza radiologica di metastasi.
Oggi in Italia sono circa 600.000 gli uomini affetti da tumore alla prostata, che rappresenta il cancro più diffuso nella popolazione maschile. La possibilità di intervenire prima della comparsa delle metastasi con una terapia efficace potrebbe migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita.
Cos’è Enzalutamide e come funziona
Enzalutamide è un antiandrogeno di seconda generazione, già utilizzato da anni nei pazienti con malattia metastatica. La novità introdotta dalla nuova approvazione AIFA riguarda i pazienti con recidiva biochimica ad alto rischio, ovvero con valori di PSA in rapida crescita e con caratteristiche tumorali aggressive (Gleason Score elevato, tempo di raddoppiamento del PSA inferiore a 9 mesi).
Grazie allo studio EMBARK, Enzalutamide ha dimostrato di ridurre del 58% il rischio di metastasi o morte rispetto alla sola terapia ormonale standard. Un risultato importante, che consente ai medici di adottare una strategia più precoce e personalizzata.
Un’alternativa alla castrazione farmacologica
Fino ad oggi, l’unica opzione terapeutica per questi pazienti era la deprivazione androgenica, spesso associata a effetti collaterali rilevanti come perdita della libido e affaticamento. L’introduzione di Enzalutamide, da solo o in combinazione con la deprivazione androgenica, offre un’opportunità concreta per ritardare la progressione della malattia preservando al contempo la qualità della vita.
In particolare, nei pazienti con ancora un’attività sessuale soddisfacente, la possibilità di evitare l’impatto della castrazione ormonale diventa un elemento di grande valore clinico ed esistenziale.
Il ruolo del PSA nella diagnosi precoce
Il PSA (antigene prostatico specifico) è un enzima prodotto dalla prostata e rappresenta il principale indicatore per monitorare l’andamento del tumore. Tuttavia, un aumento del PSA non indica necessariamente un cancro: può essere dovuto anche a infiammazioni o ipertrofia benigna. Per questo è fondamentale il supporto dello specialista, che può indirizzare verso esami più specifici come la risonanza magnetica multiparametrica e la biopsia di fusione, oggi tra le tecniche più accurate per la diagnosi.
Un approccio sempre più personalizzato
Il tumore alla prostata non è una condizione omogenea. La sua evoluzione, aggressività e risposta ai trattamenti variano da paziente a paziente. Per questo motivo è essenziale un approccio multidisciplinare, in cui urologi, oncologi e radioterapisti lavorano insieme per scegliere il trattamento più adatto. L’obiettivo è duplice: migliorare gli esiti clinici e preservare la qualità della vita.
L’approvazione AIFA di Enzalutamide nel setting non metastatico ormono-sensibile segna un importante passo avanti verso una medicina di precisione. Un’innovazione che potrà offrire nuove speranze a migliaia di uomini in Italia.
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