Bandi Gilead 2025: sinergie e innovazione per migliorare la cura e la qualità di vita dei pazienti
Dalla prevenzione dell’HIV al supporto nelle malattie epatiche e oncologiche: perché la collaborazione tra pubblico, privato e associazioni è oggi essenziale
Unire competenze, risorse e punti di vista diversi per rispondere ai bisogni reali delle persone. È questo l’obiettivo alla base dei Bandi Gilead 2025, che quest’anno mettono a disposizione 1,3 milioni di euro per 63 progetti scientifici, sociali e assistenziali destinati a migliorare la cura e la qualità di vita dei pazienti nei territori.
L’iniziativa, giunta alla sua quattordicesima edizione, nasce dall’idea che la sinergia tra istituzioni pubbliche, aziende private, università e associazioni di pazienti sia oggi una leva imprescindibile per affrontare sfide complesse come l’HIV, le malattie epatiche o il tumore all’ovaio. Non solo dal lato clinico, ma anche da quello umano, psicologico e sociale.
HIV: territorio, prevenzione e nuove strategie di presa in carico
Come ha spiegato il Prof. Andrea Gori, la collaborazione tra mondo pubblico e privato permette di accelerare lo sviluppo di nuove terapie e di rafforzare i servizi territoriali. In particolare, oggi uno degli strumenti più efficaci nella prevenzione dell’HIV è la PrEP (profilassi pre-esposizione), che consente di ridurre drasticamente il rischio di infezione.
“La sfida dei prossimi anni è rendere la PrEP accessibile a chi ne ha davvero bisogno, senza costringere le persone a rivolgersi a strutture ospedaliere. Il territorio è fondamentale.”
Un esempio concreto è il progetto di testing comunitario per la popolazione transgender, sostenuto proprio tramite i Bandi Gilead 2025, che mira a rendere prevenzione e assistenza più vicine e inclusive.
Malattie epatiche: creare reti per condividere conoscenze e dati reali
La Prof.ssa Loreta Kondili, dell’Istituto Superiore di Sanità, ha sottolineato come la cura delle malattie epatiche richieda oggi un ecosistema collaborativo: specialisti, medici di medicina generale, pazienti, terzo settore e decisori istituzionali.
“Fare rete non significa solo collaborare tra centri, ma costruire percorsi condivisi per migliorare diagnosi precoce, qualità di vita e sostenibilità dei servizi.”
Tra i progetti finanziati negli ultimi anni figurano:
- Network per migliorare la gestione dell’epatite delta
- Studi sui Patient Reported Outcomes per ascoltare la voce dei pazienti
- Valutazioni dell’impatto economico della colangite biliare primitiva sul Servizio Sanitario Nazionale
Tutti elementi che permettono di trasformare idee di ricerca in ricadute concrete per la vita delle persone.
Tumore all’ovaio: supporto multidisciplinare e sostegno emotivo
Nel campo oncologico, la multidisciplinarietà è fondamentale. Lo ricorda la Dott.ssa Annamaria Motta, Presidente dell’associazione ACTO Sicilia, che anche quest’anno è risultata vincitrice del Community Award Program.
L’attenzione è rivolta non solo alla cura oncologica, ma anche ai bisogni emotivi, relazionali e identitari delle donne.
Il nuovo progetto premiato, “Labia – Madri d’Amore”, offre supporto psicologico e informativo alle donne che, dopo un tumore all’ovaio, desiderano o valutano percorsi di maternità non biologica, come l’adozione o l’affido.
“L’amore materno non si esaurisce nella maternità biologica. Accompagnare queste donne significa aiutarle a riprogettare il proprio futuro.”
Guarda il servizio completo
Per ascoltare le testimonianze degli esperti e approfondire i progetti finanziati:
Guarda il servizio integrale:
Perché è importante parlarne?
Perché la salute non è solo cura.
È accesso, informazione, ascolto, prevenzione, rete.
I Bandi Gilead 2025 mostrano come il cambiamento avvenga quando le competenze dialogano e quando la comunità – nelle sue molte forme – entra nella cura.
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