Prevenzione tumori del sangue: perché comincia molto prima della diagnosi
Alimentazione, ambiente e stili di vita al centro del manifesto AIL per ridurre il rischio di leucemie, linfomi e mielomi
La prevenzione dei tumori del sangue non si limita alla diagnosi precoce: comincia prima, nella vita di tutti i giorni, tra ciò che mangiamo, respiriamo e scegliamo come abitudine. È il messaggio emerso dal quinto convegno nazionale AIL “Curare e prendersi cura”, organizzato a Roma per riportare al centro dell’agenda sanitaria i fattori modificabili, ossia quelle variabili che ogni persona – e la società nel suo insieme – può controllare.
I tumori del sangue includono leucemie, linfomi e mielomi. Colpiscono bambini e adulti, spesso senza segnali premonitori. Per questo, spiegano gli esperti, intervenire sugli stili di vita è oggi una priorità tanto quanto l’innovazione terapeutica.
La domanda chiave è semplice: si possono prevenire i tumori del sangue? La risposta, per la comunità scientifica, è sì – almeno in parte. Non esiste una protezione totale, ma è ormai evidente il ruolo di fattori come alimentazione, attività fisica, inquinamento ambientale, esposizione a pesticidi, abuso di alcol e fumo.
Il presidente nazionale AIL, Giuseppe Toro, lo ha ribadito con chiarezza:
«La ricerca ha fatto passi avanti, ma non basta curare: bisogna impedire che la malattia insorga».
Agire prima, quindi, non dopo.
Tra i fattori più studiati c’è il legame tra alimentazione e tumori. La professoressa Hellas Cena, nutrizionista clinica dell’Università di Pavia, ricorda che una dieta equilibrata non solo abbassa il rischio di ammalarsi, ma riduce anche la probabilità di recidiva dopo le terapie. Non si tratta solo di “mangiare sano”, ma di ridurre cibi ultraprocessati, zuccheri aggiunti, grassi saturi e prodotti agricoli ricchi di pesticidi.
Accanto al cibo, la sedentarietà rappresenta un ulteriore rischio clinico. L’ematologa Maria Cristina Cox (Policlinico Tor Vergata) spiega che l’esercizio fisico adattato ai pazienti oncologici aumenta la tolleranza alle terapie, protegge il cuore e migliora la qualità della vita nel lungo termine. Prevenzione primaria, secondaria e perfino terziaria: il movimento è una “terapia non farmacologica” che lavora su tutti i livelli.
Il sociologo Aurelio Angelini mette invece l’accento sull’impatto dell’ambiente. Aria inquinata, acqua contaminata da PFAS, pesticidi nei terreni agricoli: «non si può parlare di prevenzione se non si interviene sulle matrici ambientali», afferma. La salute collettiva resta il primo argine al cancro.
E poi c’è il capitolo dei tumori infantili. Rari, ma in aumento. L’epidemiologa Gemma Gatta, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, segnala che oggi la sopravvivenza supera l’80% grazie a reti cliniche e ricerca condivisa. Ma denuncia anche un dato allarmante: l’incidenza cresce e non è più ignorabile. Le origini? Sempre più spesso legate al contesto ambientale e allo stile di vita dei genitori.
Il convegno si è chiuso con la presentazione del Manifesto AIL, una piattaforma che unisce scienza, istituzioni e cittadini: l’obiettivo è ridurre il peso dei fattori modificabili e trasformare la prevenzione in azione collettiva.
Guarda il servizio completo sul canale YouTube di Pianeta Salute per ascoltare le interviste integrali agli esperti e scoprire i punti chiave del Manifesto AIL.
Prevenire oggi significa conoscere, scegliere e pretendere politiche sanitarie lungimiranti. La prevenzione tumori del sangue non è un gesto individuale, ma una responsabilità condivisa.
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