Diabete di tipo 1 nei bambini: nuove raccomandazioni per una diagnosi precoce e una migliore qualità di vita

diabete pediatrico

Le raccomandazioni SIEDP 2025 mirano a uniformare l’assistenza pediatrica e prevenire l’esordio acuto della malattia

Il diabete di tipo 1 è una delle malattie autoimmuni più diffuse in età pediatrica, con un impatto significativo sulla vita dei bambini e delle loro famiglie. In Italia ogni anno si registrano migliaia di nuovi casi e, in circa il 30-40% dei casi, la diagnosi avviene in fase di chetoacidosi diabetica, una condizione acuta che può mettere a rischio la vita.

Per affrontare questa emergenza clinica e migliorare la presa in carico dei piccoli pazienti, la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) ha elaborato le Raccomandazioni di Buona Pratica Clinico Assistenziale 2025, un documento tecnico-scientifico che definisce i percorsi ottimali per la diagnosi precoce e il follow-up dei bambini risultati positivi agli autoanticorpi del diabete tipo 1.


Una svolta nella gestione del diabete pediatrico

Le nuove raccomandazioni, sviluppate in collaborazione con SIDAMD e diverse associazioni di pazienti, sono attualmente al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità per la validazione definitiva. L’obiettivo è chiaro: uniformare i percorsi di cura su tutto il territorio nazionale e creare una rete efficace tra pediatri di libera sceltacentri specialistici e famiglie.

Ma che cosa cambia concretamente per i bambini?
Le linee guida puntano a identificare precocemente la malattia attraverso lo screening per gli autoanticorpi del diabete di tipo 1, in modo da prevenire l’esordio in fase acuta e consentire interventi tempestivi.


La Legge 130/2023 e lo screening nazionale

Le raccomandazioni SIEDP si inseriscono nel quadro della Legge 130 del 2023, che ha introdotto in Italia il primo programma nazionale di screening pediatrico per il diabete autoimmune e la celiachia.
Questo programma fa dell’Italia un modello di riferimento internazionale in tema di prevenzione e diagnosi precoce.

Come funziona lo screening?
I bambini vengono sottoposti a test per la ricerca di autoanticorpi specifici: se positivi, vengono indirizzati ai centri di riferimento per il monitoraggio costante e il supporto terapeutico. Questo approccio permette di prevenire complicanzeridurre i ricoveri in emergenza e migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti.


Il ruolo del pediatra e della rete multidisciplinare

Il pediatra rappresenta il primo punto di contatto per le famiglie. È lui a informare, orientare e accompagnare i genitori nel percorso di follow-up.
Come ha spiegato il professor Valentino Cherubini, presidente della SIEDP, le raccomandazioni sono “uno strumento di monitoraggio e di dialogo continuo tra medici e famiglie, per non lasciare soli i bambini e garantire loro una vita sociale e scolastica serena”.

Anche il professor Roberto Franceschi dell’Università di Trento ha sottolineato l’importanza di un team multidisciplinare capace di gestire i diversi stadi della malattia, favorendo l’aderenza ai controlli e la tempestività della diagnosi.


Collaborazione tra pediatri e diabetologi dell’adulto

Un aspetto chiave del documento è la collaborazione tra società scientifiche pediatriche e dell’adulto.
La professoressa Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID), ha ricordato come questo lavoro congiunto rappresenti un vero cambio di paradigma: “Siamo abituati a curare il diabete tipo 1 con l’insulina, ma nei prossimi anni potremo farlo anche con l’immunoterapia, modificando la storia naturale della malattia”.


Guarda il servizio video di Pianeta Salute TG

Nel servizio video di Pianeta Salute TG dedicato al tema, i principali esperti italiani spiegano il significato e gli obiettivi delle nuove Raccomandazioni di Buona Pratica Clinico Assistenziale 2025.
Un approfondimento utile per comprendere come la diagnosi precoce del diabete di tipo 1 possa diventare un’occasione concreta di prevenzione e tutela della salute dei più piccoli.

Prevenzione, conoscenza e fiducia nella ricerca

La sfida del diabete pediatrico non riguarda solo la medicina, ma l’intera società.
Promuovere consapevolezzaprevenzione e collaborazione tra famiglie, pediatri e istituzioni significa investire nel futuro dei bambini, garantendo loro una crescita più sicura e serena.

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