Il cervello in diretta: la nuova tecnica di imaging che svela i neuroni in azione

Il cervello in diretta: la nuova tecnica di imaging che svela i neuroni in azione

Osservare il cervello umano mentre pensa, ricorda o decide non è più fantascienza.
Un team internazionale di neuroscienziati ha sviluppato una nuova tecnica di imaging che permette di visualizzare in tempo reale l’attività dei neuroni durante specifiche funzioni cognitive.

Lo studio, pubblicato su Science il 31 luglio 2025, apre prospettive rivoluzionarie per la diagnosi precoce e il monitoraggio di malattie neurodegenerative come Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla.


Come funziona questa innovazione

La tecnica combina:

  • Risonanza Magnetica ad altissima risoluzione (fMRI avanzata)
  • Ottica quantistica per amplificare segnali debolissimi provenienti dalle sinapsi
  • Algoritmi di intelligenza artificiale capaci di ricostruire in tempo reale l’attività neuronale

Il risultato è un “film” tridimensionale in cui si può vedere quali gruppi di neuroni si attivano mentre il soggetto svolge un compito: leggere, ascoltare musica, ricordare un evento.


Perché è diversa dalle tecniche attuali

Le metodiche oggi usate (fMRI, PET, EEG) hanno limiti: o sono troppo lente per catturare eventi neuronali rapidi, o non hanno sufficiente risoluzione spaziale.
La nuova tecnica riesce invece a:

  • Rilevare eventi neuronali di pochi millisecondi
  • Localizzarli con precisione sub-millimetrica
  • Monitorare cambiamenti mentre accadono, senza ritardi di elaborazione

Applicazioni cliniche

Gli autori sottolineano che questa innovazione potrebbe:

  1. Individuare i primissimi segni di malattie come l’Alzheimer, molto prima della comparsa dei sintomi.
  2. Monitorare l’efficacia dei farmaci o delle terapie di riabilitazione neurologica in tempo reale.
  3. Migliorare la pianificazione di interventi neurochirurgici, evitando aree cerebrali critiche.

I primi test

Nei primi studi pilota:

  • In soggetti sani, la tecnica ha permesso di mappare i circuiti cerebrali attivati da memoria visiva, calcolo e linguaggio.
  • In pazienti con Alzheimer precoce, sono state osservate alterazioni nell’attivazione neuronale fino a 5 anni prima della diagnosi clinica convenzionale.

Il futuro

Il passo successivo sarà rendere la tecnologia più accessibile e meno costosa, così da portarla fuori dai centri di ricerca di élite e inserirla negli ospedali. Gli scienziati immaginano un futuro in cui un semplice esame di 30 minuti potrà dire se il cervello sta andando incontro a un disturbo neurodegenerativo — e farlo abbastanza presto da intervenire.


FonteScience, 31 luglio 2025, “Real-time neuronal activity imaging in the human brain with quantum-enhanced fMRI” (traduzione e adattamento redazionale).


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