Virus respiratorio sinciziale: perché oggi è una minaccia anche per gli anziani e i fragili

Aumentano ricoveri e decessi tra gli over 65. Gli esperti: “Serve una strategia nazionale di prevenzione vaccinale contro l’RSV”
Il virus respiratorio sinciziale (RSV), conosciuto principalmente per gli effetti nei bambini, è oggi una minaccia crescente per gli anziani e per le persone con fragilità cliniche. Ogni anno in Italia si stimano circa 1800 decessi legati all’RSV nella popolazione adulta, soprattutto tra gli over 65 e coloro che soffrono di malattie croniche. Il dato, in continua crescita, ha acceso i riflettori su un problema di salute pubblica ancora troppo sottovalutato.
RSV negli anziani: un’emergenza sanitaria sottostimata
Negli ultimi anni, i medici segnalano un aumento dei casi di RSV tra gli adulti fragili, con conseguenze che vanno dalle polmoniti gravi alla perdita dell’autonomia. In particolare, l’RSV negli anziani può aggravare condizioni preesistenti come broncopatia cronico-ostruttiva, cardiopatie, insufficienza renale, patologie oncologiche e immunodeficienze. A peggiorare il quadro, l’immunosenescenza – ovvero la naturale riduzione della risposta immunitaria legata all’età – che rende più difficile contrastare il virus.
Un nuovo vaccino per proteggere i più vulnerabili
La buona notizia è che oggi esiste un vaccino efficace contro l’RSV per adulti, recentemente approvato anche in Europa. I risultati dei trial clinici hanno dimostrato un’alta efficacia nel prevenire l’infezione nelle persone a rischio, inclusi anziani e pazienti immunodepressi. Si tratta di un vaccino adiuvato, pensato per stimolare una risposta immunitaria più robusta proprio nei soggetti più deboli.
Gli esperti invitano le Regioni e il Ministero della Salute a inserire il vaccino RSV nel calendario vaccinale già a partire dalla prossima stagione autunnale, come ulteriore strumento di protezione accanto ai vaccini contro l’influenza, il Covid e lo pneumococco.
Le sfide organizzative: accesso equo e cosomministrazione
A fronte di un’offerta vaccinale sempre più ampia, è necessario semplificare l’accesso alla vaccinazione e coinvolgere attivamente i medici di medicina generale. La strategia vincente, spiegano gli esperti, passa per la cosomministrazione dei vaccini nei pazienti fragili, riducendo gli accessi alle strutture sanitarie e migliorando le coperture.
Le Regioni più virtuose, come Campania e Puglia, stanno già raccogliendo dati epidemiologici e chiedendo al Ministero strumenti concreti per implementare campagne di prevenzione efficaci e tempestive, capaci di tutelare non solo i singoli, ma anche l’intera comunità attraverso l’immunità collettiva.
Anche gli adulti tra i 35 e i 55 anni a rischio
Un dato sorprendente emerso dagli studi regionali è che l’RSV non colpisce solo gli anziani: anche adulti fragili tra i 35 e i 55 anni possono sviluppare forme gravi dell’infezione. Questo allarga il target della profilassi e richiede strategie mirate di comunicazione e sensibilizzazione, per intercettare anche chi non si percepisce a rischio.
Guarda l’approfondimento video completo con interviste agli esperti per capire meglio come proteggere le persone più vulnerabili dal virus RSV. Il futuro della prevenzione è oggi.