Accesso ai farmaci innovativi: perché in Italia l’attesa supera un anno
Accesso ai farmaci innovativi, tempi di approvazione e rimborsabilità: cosa blocca l’arrivo delle nuove terapie ai pazienti italiani
L’accesso ai farmaci innovativi in Italia è rallentato da procedure che possono richiedere oltre un anno tra l’autorizzazione europea e la reale disponibilità per i pazienti. Questo ritardo incide sulle possibilità di cura, soprattutto nelle patologie progressive, e ha un impatto diretto anche sulla spesa del Servizio Sanitario Nazionale. Anticipare l’accesso alle nuove terapie significa migliorare gli esiti clinici, ridurre le complicanze e rendere il sistema sanitario più sostenibile.
Ridurre i tempi di accesso ai farmaci innovativi è oggi una delle principali sfide della sanità pubblica italiana. Dopo l’autorizzazione dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), i farmaci devono affrontare un percorso nazionale che comprende valutazione, negoziazione e rimborsabilità da parte di AIFA, fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Secondo i dati presentati in sede istituzionale, in Italia servono mediamente 18–20 mesi per completare questo iter. Un intervallo che, in molte patologie croniche o rare, può fare la differenza tra un trattamento tempestivo e un peggioramento irreversibile della malattia.
Il tema è stato al centro di un tavolo di lavoro promosso al Senato della Repubblica, che ha messo a confronto istituzioni, mondo scientifico e sistema sanitario. L’obiettivo è individuare soluzioni concrete per garantire l’accesso precoce alle nuove terapie senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici.
“L’accesso al farmaco è una priorità di giustizia e di sostenibilità economica”, è stato sottolineato nel dibattito. Trattare i pazienti prima significa infatti ridurre ricoveri, complicanze e costi futuri per il Servizio Sanitario Nazionale.
Lo studio presentato al tavolo evidenzia come sia possibile rendere disponibili i farmaci subito dopo l’approvazione EMA, anticipando di oltre un anno l’inizio delle cure. Si tratta di un meccanismo definito come anticipo di cassa, che non comporta costi aggiuntivi strutturali e può generare risparmi nel medio-lungo periodo.
Modelli simili sono già operativi in altri Paesi europei. In Germania, con il sistema AMNOG, e in Francia, attraverso procedure dedicate, l’innovazione farmacologica raggiunge i pazienti in tempi molto più rapidi rispetto all’Italia. L’esperienza internazionale dimostra che un paziente trattato prima è spesso un paziente trattato meglio.
Il confronto ha inoltre ribadito che l’innovazione non può essere considerata tale se resta sulla carta. Una terapia è davvero innovativa solo quando è accessibile, tempestiva e fruibile per chi ne ha bisogno, indipendentemente dal luogo di residenza.
In questo contesto, la governance sanitaria assume un ruolo centrale. Allineare i tempi della politica a quelli della ricerca medica è fondamentale per non perdere opportunità terapeutiche già disponibili e per garantire equità di accesso alle cure su tutto il territorio nazionale.
Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute per ascoltare le interviste e scoprire tutti i dettagli del progetto.
Rendere più rapido l’accesso ai farmaci innovativi non è solo una questione tecnica, ma una scelta strategica per il futuro della sanità. Investire sulla tempestività delle cure significa tutelare i pazienti e rafforzare la sostenibilità del sistema pubblico.
Iscriviti al canale YouTube di Pianeta Salute e attiva la campanella per restare sempre aggiornato su salute, benessere e prevenzione.
#sanità #farmaciinnovativi #accessoallecure #politichesanitarie #prevenzione






