CAR-T: la terapia che cambia il destino del tumore del sangue

Un’innovazione che nasce dalla ricerca e dà speranza a chi ha esaurito tutte le altre opzioni terapeutiche
Nel campo dell’ematologia, poche innovazioni hanno avuto un impatto tanto dirompente quanto le terapie CAR-T. In soli pochi anni, questo trattamento ha cambiato il paradigma della cura dei tumori del sangue, offrendo una possibilità concreta di guarigione a pazienti che, fino a poco tempo fa, non avevano più alternative. Ma come funziona davvero questa terapia? Chi può beneficiarne? E quale ruolo giocano centri di eccellenza come quello di Bologna e associazioni come AIL?
Lo abbiamo approfondito in uno speciale video che puoi vedere qui sotto, con le testimonianze dei principali protagonisti di questa rivoluzione terapeutica.
CAR-T: quando la medicina diventa personalizzata
Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell) sono cellule del sistema immunitario del paziente (i linfociti T) che vengono prelevate, modificate geneticamente in laboratorio per riconoscere le cellule tumorali e poi reinfuse nell’organismo. Una volta all’interno del corpo, queste cellule armate sono in grado di identificare e distruggere in modo selettivo solo le cellule malate, risparmiando quelle sane.
Si tratta di una vera e propria immunoterapia di precisione, che rappresenta una delle frontiere più promettenti nella cura di linfoma, mieloma e leucemia linfoblastica acuta, soprattutto nei casi refrattari o recidivanti.
Il ruolo dei centri italiani: il caso Bologna
Tra i primi centri italiani ad adottare le CAR-T c’è il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, sotto la guida del prof. Pier Luigi Zinzani. A oggi, Bologna è il centro con il maggior numero di pazienti trattati in Italia, con oltre 240 casi seguiti, provenienti da più di 12 regioni.
L’efficacia di questa terapia è confermata anche dai dati: molti pazienti, già sottoposti a chemioterapia e trapianti senza successo, oggi hanno una nuova possibilità grazie alle CAR-T. Il vantaggio non è solo clinico, ma anche umano: la possibilità concreta di guarigione restituisce speranza a chi l’aveva perduta.
Le Cell Factory e il futuro della terapia CAR-T
Ma per garantire sostenibilità e accesso equo a questa terapia ad alta complessità, serve anche una rete strutturata. A Bologna è in fase di sviluppo una Cell Factory pubblica, un laboratorio dedicato alla produzione di CAR-T accademiche, pensate per nuove indicazioni terapeutiche, comprese le malattie rare e i tumori solidi.
In un sistema dominato da farmaci prodotti da grandi aziende, questa scelta rappresenta un investimento etico e strategico nel futuro della ricerca indipendente e nella sanità pubblica.
L’impegno di AIL: accanto al paziente, oltre la terapia
Da sempre in prima linea nella lotta contro i tumori del sangue, AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma sostiene la diffusione della terapia CAR-T non solo attraverso la ricerca, ma anche con un supporto concreto ai pazienti.
Case alloggio, trasporto verso i centri, terapie domiciliari e sostegno psicologico sono solo alcuni dei servizi offerti. AIL Bologna, ad esempio, ha investito nel 2024 oltre 1.200.000 euro in ricerca e ha garantito più di 6.500 terapie domiciliari, dimostrando quanto sia importante accompagnare il paziente in tutte le fasi del percorso di cura.
Una rivoluzione ancora in evoluzione
Oggi sono circa 1.800 i pazienti trattati con CAR-T in Italia. E il numero è destinato a crescere. La sfida ora è duplice: da un lato, ampliare l’accesso alla terapia rendendola sostenibile anche per il sistema sanitario; dall’altro, estendere il suo utilizzo a nuovi tipi di tumori, compresi quelli solidi, grazie a nuove sperimentazioni.
Nel frattempo, la voce della scienza, della clinica e delle associazioni si unisce per raccontare una rivoluzione silenziosa ma potentissima, che cambia la vita reale delle persone.
Guarda il nostro speciale video con le interviste di Pianeta Salute e scopri il valore reale delle terapie CAR-T.
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