Crisi climatica: l’acqua è il cuore pulsante del nostro futuro

L’acqua è il cuore pulsante del nostro futuro

La crisi climatica sta trasformando l’acqua da risorsa abbondante a fattore di rischio per l’ambiente, l’economia e la salute. In Italia, ogni anno si alternano lunghi periodi di siccità e piogge torrenziali che mettono in ginocchio intere comunità. A lanciare l’allarme è l’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni), che chiede con urgenza un nuovo approccio alla gestione delle risorse idriche.

Secondo il Direttore Generale dell’ANBI, Massimo Gargano, non si tratta più solo di un’emergenza ambientale, ma di una vera e propria sfida culturale e infrastrutturale. “Abbiamo vissuto per decenni nell’illusione di una disponibilità infinita d’acqua. Ora dobbiamo recuperare il tempo perduto, investendo in prevenzione, manutenzione e innovazione”.


Crisi idrica: il paradosso italiano

Nel 2025 l’Italia appare spaccata in due: al Nord i laghi sono pieni, al Sud — in particolare in Sicilia, Sardegna e Puglia — l’acqua scarseggia drammaticamente. Un paradosso che si spiega con la mancanza di infrastrutture di collegamento tra i bacini idrici, ma anche con l’assenza di una visione strategica nella gestione del territorio.

“Abbiamo proposto un semplice schema per trasferire l’acqua dalle zone in eccesso a quelle in deficit”, spiega Gargano. “Ma troppo spesso si preferiscono soluzioni costose e poco sostenibili come i dissalatori, che richiedono fondi pubblici sia per la costruzione che per il funzionamento”.


Educare al valore dell’acqua per difendere il territorio

Un altro punto centrale emerso dal confronto è il bisogno urgente di educazione ambientale: conoscere il ciclo dell’acqua e il funzionamento delle infrastrutture può aiutare i cittadini a comprendere il proprio ruolo nella tutela del territorio.

Come sottolineato nell’intervista, l’agricoltura è spesso accusata di consumare troppa acqua, ma è una semplificazione fuorviante. L’acqua usata nei campi viene restituita alla falda, a differenza di quella impiegata in processi industriali o domestici. È quindi fondamentale sfatare i falsi miti legati all’uso dell’acqua e promuovere una conoscenza più profonda e scientificamente fondata del problema.


Gli investimenti ci sono, ma servono regole più semplici

Il governo italiano, attraverso il PNISSI (Piano Nazionale Infrastrutture per la Sicurezza Idraulica), ha stanziato miliardi per migliorare il sistema idrico. Tuttavia, la lentezza burocratica rallenta l’applicazione concreta di questi fondi.

L’ANBI chiede una semplificazione normativa e un maggiore coinvolgimento dei consorzi di bonifica, che conoscono il territorio e possono intervenire efficacemente anche nelle aree interne e montane.


Riuso delle acque reflue e progetti europei: le prossime sfide

Un’altra frontiera fondamentale è quella del riuso delle acque reflue depurate per l’agricoltura. ANBI ha già avviato un tavolo di lavoro con il Ministero dell’Ambiente e Utilitalia per garantire che queste acque siano di alta qualità, sicure per la salute e compatibili con la produzione alimentare.

Nel frattempo, si guarda all’Europa: “La Water Resilient Strategy dell’Unione Europea è un primo passo, ma troppo debole. Serve più concretezza”, afferma Gargano. In gioco ci sono salute pubblica, sicurezza idraulica e sviluppo sostenibile.


L’acqua come bene comune: una responsabilità di tutti

La crisi idrica non è una questione tecnica per addetti ai lavori. È un problema che tocca la vita quotidiana di tutti, dalla bolletta al cibo che portiamo in tavola. Per questo è fondamentale che anche i cittadini siano coinvolti nel cambiamento, adottando comportamenti responsabili e partecipando al dibattito pubblico.


Guarda il video integrale dell’intervista su Antenna Verde

Nel video che trovi qui sotto, il Direttore Generale di ANBI Massimo Gargano spiega con chiarezza e passione perché “serve acqua per costruire la pace” e come possiamo agire — come individui, imprese e istituzioni — per proteggere il bene più prezioso del nostro tempo.

Guarda ora il video completo e condividilo per aiutare a diffondere consapevolezza.



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