Dolore cronico e neuropatico: la malattia invisibile che colpisce milioni di italiani

Spesso ignorato o confuso con un semplice sintomo, il dolore cronico è una patologia a sé stante che cambia la vita di chi ne soffre. A Milano, medici, filosofi e pazienti si sono riuniti per chiedere un pieno riconoscimento medico-legale e protocolli di cura condivisi.
Il dolore cronico: una sofferenza che non si vede ma si sente ogni giorno
Il dolore cronico non è solo un fastidio persistente: è una patologia complessa che può compromettere profondamente la qualità della vita. Parliamo di una condizione che colpisce milioni di persone in Italia, ma che troppo spesso resta invisibile agli occhi della società e, talvolta, persino del sistema sanitario.
Chi soffre di dolore neuropatico o cronico è spesso lasciato solo, privo di tutele giuridiche, esenzioni sanitarie e, soprattutto, di ascolto. Eppure, la scienza ha ormai chiarito che il dolore persistente può e deve essere considerato una malattia vera e propria, con caratteristiche fisiopatologiche specifiche.
Un incontro per rompere il silenzio
Proprio per accendere i riflettori su questa condizione è nato l’incontro “Il dolore invisibile, dalla malattia alla responsabilità”, promosso a Milano dall’associazione Nevra, realtà no profit attiva da tre anni nella tutela delle persone affette da dolore cronico.
All’evento hanno partecipato specialisti in terapia del dolore, medici di medicina generale, avvocati, filosofi e rappresentanti delle istituzioni. L’obiettivo? Chiedere il riconoscimento del dolore cronico come malattia autonoma, con accesso a percorsi di cura e protocolli clinici condivisi su scala nazionale.
Quando il dolore è malattia: cosa dice la scienza
Il dolore neuropatico non è una semplice conseguenza di altre patologie. Può nascere da una lesione nervosa e coinvolgere diversi livelli del sistema nervoso: dal ganglio spinale fino alla corteccia cerebrale.
Come ha spiegato il dott. Paolo Bonezzi, esperto in terapia del dolore, il termine “dolore neuropatico” è oggi considerato troppo generico. In realtà, esistono sottopatologie specifiche, ognuna con cause e trattamenti diversi. Il problema principale? La mancanza di farmaci veramente efficaci e la difficoltà nel misurare oggettivamente il dolore.
Alcune tecnologie, come l’ecografia dei nervi o la risonanza magnetica funzionale, permettono di individuare le lesioni, ma non sempre riescono a quantificare il dolore vissuto dal paziente. Da qui l’urgenza di formare medici specializzati e di strutturare una rete nazionale di centri certificatori.
Diritti negati e cure disomogenee
Nel corso dell’incontro è emersa con forza la necessità di uniformare l’accesso alla terapia del dolore. Attualmente, solo alcune Regioni italiane dispongono di centri specializzati realmente funzionanti. La proposta di Nevra è quella di creare un protocollo unificato da adottare in tutti i centri, garantendo così un percorso diagnostico e terapeutico omogeneo per tutti i pazienti.
In parallelo, l’associazione ha presentato un disegno di legge in Regione Lombardia per riconoscere il dolore neuropatico come patologia esente dal ticket sanitario. Se approvato, potrebbe fare da apripista per il resto del Paese.
La testimonianza di Daria Di Lazzaro: “Non siamo fantasmi”
Momento toccante della giornata è stato l’intervento dell’attrice Daria Di Lazzaro, che ha condiviso la sua esperienza con il dolore cronico. Le sue parole hanno restituito dignità e visibilità a milioni di persone spesso invisibili, ricordando che dietro ogni caso clinico c’è una storia di sofferenza e resilienza.
“Vorrei che chi soffre di dolore cronico avesse un sostegno serio per sopravvivere a una condizione che, per molti, è insopportabile – ha dichiarato –. Non si torna indietro da un trauma o da un’operazione sbagliata, ma almeno si può costruire un percorso dignitoso”.
Una battaglia di civiltà che riguarda tutti
Il riconoscimento medico-legale del dolore cronico è oggi una questione di giustizia sociale. È inaccettabile che milioni di italiani non abbiano accesso a cure adeguate, esenzioni o indennizzi.
Grazie al lavoro di realtà come Nevra, la questione sta finalmente entrando nell’agenda pubblica. Ma per cambiare davvero le cose servono consapevolezza, formazione e una rete solida tra professionisti sanitari, istituzioni e cittadini.
Guarda il video completo dell’incontro e ascolta le voci di chi sta portando avanti questa battaglia per i diritti delle persone che convivono con il dolore invisibile.
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