Equità nella salute: nasce in Italia l’Alleanza che unisce pubblico e privato per un sistema sanitario più giusto

Equità nella salute: nasce in Italia l’Alleanza che unisce pubblico e privato per un sistema sanitario più giusto

AstraZeneca lancia il progetto “Alleanza per l’equità nella salute”, un’iniziativa innovativa per superare le disuguaglianze sanitarie e garantire accesso alle cure, soprattutto per chi vive con malattie croniche e rare. Al centro: diagnosi precoce, tecnologia e collaborazione tra istituzioni e imprese.


L’equità nella salute non può essere un privilegio, ma un diritto garantito. Eppure, anche in un Paese come l’Italia, dove il sistema sanitario si fonda sul principio di universalità, sono ancora troppe le persone che rinunciano alla prevenzione e alle cure. Lo fanno per ragioni economiche, per ostacoli burocratici o semplicemente perché vivono in aree dove i servizi sono scarsi o inaccessibili.

Per affrontare concretamente queste disuguaglianze, AstraZeneca ha scelto l’Italia come primo Paese europeo per lanciare l’“Alleanza per l’equità nella salute”: un progetto ambizioso, che punta a costruire un terreno di collaborazione stabile tra istituzioni, imprese, società scientifiche e associazioni di pazienti.


Un patto per ridurre i divari e rendere la sanità più accessibile

Il cuore dell’iniziativa è chiaro: promuovere un accesso equo alle cure, ovunque e per chiunque. Lo sottolinea Claudio Longo, presidente e amministratore delegato di AstraZeneca Italia, in un’intervista rilasciata in occasione della presentazione del progetto. “Lavorare sulle disuguaglianze sanitarie è un’opportunità strategica per ripensare il nostro sistema salute – spiega – e garantire ai pazienti cure tempestive, accurate e sostenibili”.

Il tema dell’accesso alle cure in Italia è sempre più urgente, soprattutto in un contesto segnato da invecchiamento della popolazione, aumento delle cronicità e carenza di personale sanitario. Ma non si tratta solo di sanità pubblica: è anche una questione di sostenibilità economica e sociale.


Diagnosi precoce e innovazione: la chiave per le malattie rare

Uno degli ambiti più critici in cui le disuguaglianze si manifestano è quello delle malattie rare. I pazienti attendono in media oltre 4 anni per una diagnosi certa, affrontando un vero e proprio percorso a ostacoli, tra viaggi infiniti, esami ripetuti e incertezze devastanti per le famiglie.

A parlarne è Anna Chiara Rossi, vicepresidente e general manager di Alexion – la divisione Rare Disease del gruppo AstraZeneca. Secondo Rossi, per invertire questa rotta è necessario puntare sulla diagnosi precoce e su strumenti innovativi come test genetici di ultima generazione e modelli predittivi supportati dall’intelligenza artificiale.

“Non si tratta solo di una questione sanitaria – afferma – ma di un investimento con un forte ritorno economico: secondo l’OMS, ogni dollaro investito in diagnosi precoce può generare almeno cinque dollari in produttività”.


Women in Rare: attenzione alle donne e ai caregiver

Tra i progetti di punta dell’Alleanza per l’equità nella salute c’è anche “Women in Rare”, un’iniziativa che pone l’accento su una doppia fragilità troppo spesso invisibile: quella delle donne affette da malattie rare, che sono anche – nella maggior parte dei casi – caregiver per altri membri della famiglia.

Il progetto nasce dall’ascolto delle storie reali raccolte da associazioni, medici e pazienti. Il risultato è un libro bianco che raccoglie dati, testimonianze e proposte operative, oggi strumento prezioso per chi disegna le politiche sanitarie. “Solo attraverso una cooperazione concreta e continuativa tra pubblico, privato e terzo settore – conclude Rossi – possiamo costruire modelli replicabili ed efficaci, capaci di rispondere ai bisogni reali delle persone”.


Un modello italiano per l’Europa

L’Italia, con il suo sistema sanitario universale, le sue eccellenze cliniche e le sue solide partnership pubblico-private, ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio europeo per l’equità nella salute. Il progetto di AstraZeneca punta proprio a questo: unire competenze e risorse per costruire un sistema sanitario più giusto, sostenibile e inclusivo.

Un approccio che guarda al futuro, ma che parte da un’urgenza molto concreta: non lasciare indietro nessuno.


Guarda il video integrale dell’intervista esclusiva a Claudio Longo e Anna Chiara Rossi qui sotto e scopri come l’Alleanza per l’equità nella salute può diventare un punto di svolta per la sanità italiana.


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