GSK e Vir Biotechnology espandono la collaborazione sul coronavirus per lo sviluppo di nuove terapie per l’influenza e altre infezioni da virus respiratori
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Le due aziende uniscono le forze in immunologia e malattie infettive per accelerare lo sviluppo di promettenti candidati anticorpi monoclonali per l’influenza
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La collaborazione in genomica funzionale è stata ampliata per includere i virus respiratori, combinando la tecnologia unica di Vir e l’accesso alle piccole piccole molecole di GSK
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Prevista la valutazione aggiuntiva fino a tre ulteriori anticorpi per agenti patogeni oltre all’influenza e ai coronavirus
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GSK aumenta la sua partecipazione di 120 milioni di dollari effettuando un pagamento anticipato di 225 milioni di dollari
GlaxoSmithKline plc (LSE / NYSE: GSK) e Vir Biotechnology, Inc. (Nasdaq: VIR) hanno annunciato oggi di aver firmato un accordo vincolante per espandere la loro attuale collaborazione con lo scopo di includere la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie per l’influenza e altri virus respiratori. La collaborazione allargata, che si basa sull’accordo firmato nel 2020 per la ricerca e lo sviluppo di terapie per i coronavirus, fornisce a GSK i diritti esclusivi per collaborare con Vir allo sviluppo di potenziali anticorpi monoclonali (mAbs) “best in class” per la prevenzione o il trattamento dell’influenza. Questi comprendono sia VIR-2482, sia gli anticorpi di nuova generazione per la prevenzione o il trattamento dell’influenza per una durata della ricerca di tre anni. GSK avrà la possibilità di co-sviluppare in esclusiva VIR-2482 dopo che Vir avrà completato e documentato i risultati del trial di Fase 2, inoltre GSK condividerà i costi di sviluppo per lo sviluppo di tutti gli altri mAb influenzali.
L’influenza causa fino a 500.000 ricoveri e 34.000 decessi ogni anno solo negli Stati Uniti, circa il 75% dei quali sono causati dall’influenza A. La protezione fornita dagli attuali vaccini varia di stagione in stagione, in base ai ceppi virali in circolazione. Le persone di età superiore ai 65 anni con almeno una comorbilità, come malattie cardiovascolari, diabete o immunocompromessi, hanno un rischio significativamente maggiore di ricovero e mortalità per influenza o comunque correlati alla patologia. Inoltre in questa popolazione i vaccini attualmente disponibili hanno storicamente avuto un’efficacia inferiore.
Nell’ambito del nuovo accordo di collaborazione, le società si impegneranno anche in due ulteriori programmi di ricerca. Il primo è un ampliamento della loro attuale collaborazione sulla genomica funzionale mirata allo sviluppo di potenziali terapie per il pan-coronavirus allo scopo di includere come obiettivi altri virus respiratori. Nell’ambito del secondo programma, le aziende collaboreranno per sviluppare fino a tre anticorpi monoclonali neutralizzanti identificati utilizzando la piattaforma tecnologica degli anticorpi Vir per colpire i patogeni non influenzali: il tempo previsto per la ricerca è di tre anni.
Hal Barron, Direttore Scientifico e Presidente R&D, GSK, ha detto: “Ora più che mai crediamo, che sia molto importante sviluppare nuove terapie per trattare e possibilmente prevenire le malattie infettive. Sono lieto che stiamo espandendo la nostra collaborazione con Vir, focalizzata su nuovi anticorpi, con esperienza nella genomica funzionale, tecnologia unica e scienziati di talento che rafforzeranno ulteriormente la posizione di GSK come leader mondiale nelle malattie infettive”.
George Scangos, Ph.D., CEO, Vir Biotechnology, ha dichiarato:
“GSK è stato un partner strategico di valore e un partner scientfico nella lotta contro Covid-19. Nell’ambito della nostra collaborazione sulla genomica funzionale mirata a COVID-19, abbiamo individuato più bersagli che hanno il potenziale per trattare l’influenza e altri virus respiratori, e ha senso estendere l’ambito della nostra collaborazione per includere questi nuovi bersagli. Questa collaborazione allargata sostiene il rapido avanzamento di molteplici composti sperimentali nella nostra pipeline, aumentando la probabilità che questi potenziali trattamenti salvavita raggiungano prima i pazienti: inoltre farà progredire il nostro obiettivo condiviso di sviluppare farmaci che possono affrontare più patogeni”.