Isatuximab: studio clinico di fase 3 , raggiunge l’endpoint primario di sopravvivenza libera da progressione in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non candidabili al trapianto

mieloma multiplo
  • Isatuximab in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone (VRd) ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di progressione della malattia o di morte rispetto al solo VRd
  • E’ il primo studio globale di fase 3 ad aver riportato risultati positivi con una terapia anti-CD38 in combinazione con VRd in pazienti non eleggibili al trapianto.
    Questo risultato rinforza ulteriormente il potenziale di isatuximab come farmaco “best-in-class” nel mieloma multiplo.
  • I risultati dello studio saranno presentati presto in sede congressuale e costituiranno la base per futuri aggiornamenti di tipo regolatorio

Lo studio di fase 3 IMROZ che valuta l’uso sperimentale di isatuximab in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone (VRd), ha raggiunto l’endpoint primario in un’analisi ad interim pianificata per l’efficacia, dimostrando un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al solo VRd in pazienti con mieloma multiplo (MM) di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto. Lo studio IMROZ è il secondo studio di fase 3 in pazienti di nuova diagnosi a dimostrare la superiorità di isatuximab rispetto allo standard di cura.

        Thierry Facon, MD

Professor of Haematology in the Department of Haematology, Lille University Hospital, Lille, Francia, member of French Academy of Medecine e IMROZ Principal Investigator

“I risultati dello studio IMROZ sono promettenti per i pazienti affetti da mieloma multiplo di nuova diagnosi e non eleggibili al trapianto, perché permane un significativo bisogno non soddisfatto di nuove potenziali terapie. Le opzioni terapeutiche di prima linea sono fondamentali per tutti i pazienti, ma soprattutto per quelli che non possono essere sottoposti a trapianto, visti i tassi di abbandono delle linee di terapia successive.”

La sicurezza e la tollerabilità di isatuximab osservate in questo studio sono coerenti con il profilo di sicurezza consolidato di isatuximab e VRd.

Dietmar Berger, MD, PhD

Global Head of Development, Sanofi

“Questo è il secondo studio di fase 3 in pazienti di nuova diagnosi a dimostrare la superiorità di isatuximab rispetto allo standard di cura. Per questo la nostra convinzione che isatuximab sia il farmaco migliore della categoria è oggi ancora più forte. Questi dati sottolineano il nostro impegno nell’’innovazione scientifica per le persone affette da mieloma multiplo e non vediamo l’ora di condividere ulteriori dettagli sul potenziale di isatuximab nel migliorare gli esiti per i pazienti che ricevono le prime linee di terapia.”

I risultati dello studio saranno presentati presto in sede congressuale e costituiranno la base per richiedere un’ulteriore indicazione per il farmaco.

Lo studio IMROZ

Lo studio clinico di fase 3 IMROZ, randomizzato, multicentrico e in aperto, ha arruolato 484 pazienti con MM di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto in 104 centri di 21 Paesi. Durante lo studio, isatuximab è stato somministrato per infusione endovenosa alla dose di 10 mg/kg una volta alla settimana per cinque settimane durante il primo ciclo di 42 giorni e una volta ogni due settimane nei cicli da 2 a 4 in combinazione con bortezomib sottocutaneo, lenalidomide orale e desametasone endovenoso o orale. Successivamente, isatuximab è stato somministrato ogni 2 settimane dal ciclo 5 al 17 e ogni 4 settimane nei cicli 18+ durante cicli di 28 giorni in combinazione con lenalidomide e desametasone alla dose standard, fino a progressione della malattia, tossicità inaccettabile o  decisione del paziente di interrompere il trattamento dello studio.

L’endpoint primario di IMROZ era la sopravvivenza libera da progressione. Gli endpoint secondari principali includevano il tasso di risposta completa, il tasso di negatività della malattia minima residua per i pazienti con risposta completa, il tasso di risposta parziale molto buona o migliore, la sopravvivenza globale. Altri endpoint secondari erano: il tasso di risposta globale, tempo alla progressione, durata della risposta, tempo alla prima risposta, tempo alla migliore risposta, sopravvivenza libera da progressione nella  linea di terapia successiva, sopravvivenza libera da progressione in base allo stato MRD, tasso di negatività della MRD sostenuta maggiore o uguale a 12 mesi, sicurezza, profilo farmacocinetico, immunogenicità, qualità di vita correlata alla malattia e generica, sintomi correlati alla malattia e al trattamento, le componenti relative allo  stato di salute e lo stato di salute1.

L’utilizzo di isatuximab in combinazione con VRd nel nei pazienti con MM di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto è in fase di sperimentazione e non è stato valutato a fondo da alcuna autorità regolatoria.

Isatuximab

Isatuximab è un anticorpo monoclonale che si lega a un epitopo specifico del recettore CD38 delle cellule di mieloma multiplo (MM), inducendo una  elevata attività antitumorale. È stato progettato per agire attraverso molteplici meccanismi d’azione, tra cui la morte programmata delle cellule tumorali (apoptosi) e l’attività immunomodulatoria. Il CD38 è espresso in modo elevato e uniforme sulla superficie delle cellule di MM, il che lo rende un potenziale bersaglio per terapie a base di anticorpi come isatuximab.

In Italia, sulla base dello studio di fase 3 ICARIA-MM, isatuximab è indicatoin associazione a pomalidomide e desametasone (Pd), come trattamento in pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che hanno ricevuto almeno due terapie precedenti tra cui lenalidomide e un inibitore del proteasoma e con progressione della malattia durante l’ultima terapia. Sulla base dello studio di Fase 3 IKEMA è indicato in seconda linea in combinazione  a carfilzomib e desametasone (Kd), come trattamento in pazienti adulti con mieloma multiplo che hanno ricevuto almeno una precedente terapia. Isatuximab continua a essere valutato in molteplici studi clinici di Fase 3 in corso, in combinazione con gli attuali trattamenti standard nell’ambito del continuum terapeutico del MM. È in fase di studio anche per il trattamento di altre neoplasie ematologiche e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate da alcuna autorità regolatoria al di fuori delle indicazioni approvate.

Per ulteriori informazioni sugli studi clinici di Sarclisa, visitate il sito www.clinicaltrials.gov.

Il mieloma multiplo

Il mieloma multiplo (MM) è la seconda neoplasia del sangue più comune.2 Non essendo ancora guaribile, la maggior parte dei pazienti affetti da mieloma multiplo subisce una ricaduta. Il termine mieloma multiplo recidivato indica appunto il ritorno del tumore a seguito di un trattamento o di un periodo di remissione. Per mieloma multiplo refrattario si intende invece quando il tumore non risponde o non risponde più a una specifica terapia.