Maculopatia: parità di trattamento e gestione dei pazienti al centro del nuovo Libro Bianco
Le maculopatie colpiscono oltre due milioni di italiani: il nuovo Libro Bianco evidenzia disparità, ritardi e soluzioni per una gestione più equa e uniforme.
Oltre due milioni di persone in Italia rischiano di perdere la vista a causa delle maculopatie, una condizione cronica che, senza diagnosi tempestiva e accesso regolare alle terapie, può compromettere in modo irreversibile la visione centrale. La maculopatia rappresenta oggi una vera emergenza sanitaria, aggravata dall’invecchiamento della popolazione e da forti disuguaglianze territoriali.
Il nuovo Libro Bianco sulla parità di trattamento e sulla gestione dei pazienti maculopatici fotografa con chiarezza le principali criticità del sistema: ritardi diagnostici, liste d’attesa spesso interminabili e differenze significative tra una regione e l’altra nell’accesso alle cure. Per molti cittadini, il luogo di residenza determina ancora la possibilità o meno di preservare la vista.
Una delle richieste più urgenti riguarda la necessità di percorsi diagnostici uniformi e di un potenziamento degli strumenti sul territorio, come gli OCT, fondamentali per il monitoraggio della retina. Gli esperti sottolineano anche l’importanza di garantire un accesso equo alle terapie intravitreali, terapie che devono essere somministrate con continuità per rallentare la progressione della malattia.
Tra i punti più sentiti dai pazienti c’è l’esclusione delle maculopatie dai nuovi LEA, una decisione che ha suscitato forte delusione nelle associazioni. «Siamo tanti e, una volta presi in carico, ci rimaniamo per tutta la vita» racconta Massimo Ligustro, presidente del Comitato Macula. «La maculopatia è una malattia cronica: non finisce, non ci abbandona. Per questo chiediamo continuità, dignità e percorsi efficienti.»
Una delle proposte più concrete riguarda la possibilità di effettuare le iniezioni intravitreali in ambienti protetti al di fuori delle sale operatorie, così da alleggerire il carico ospedaliero e ridurre drasticamente le liste d’attesa. Modelli già attivi in molte realtà europee dimostrano come questa organizzazione consenta di aumentare i volumi e migliorare la qualità dell’assistenza senza compromettere la sicurezza.
Il Libro Bianco invita le istituzioni a riconoscere la vista come un bene essenziale, da tutelare con equità e continuità, indipendentemente dalla regione di appartenenza. Per migliaia di pazienti, infatti, la differenza tra una gestione efficiente e una frammentata significa, molto concretamente, la possibilità di continuare a vedere.
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