Meningococco B: in Campania copertura vaccinale ferma al 50%. L’allarme dei pediatri

Meningococco B: in Campania copertura vaccinale ferma al 50%

Il presidente FIMP Antonio D’Avino: “Abbiamo strumenti d’eccellenza, ma serve una rete più forte per proteggere i bambini da meningite e sepsi”

La copertura vaccinale contro il meningococco B in Campania è drammaticamente bassa: appena il 50% dei bambini nati nel 2021 ha ricevuto il vaccino completo. Un dato che preoccupa non solo perché si discosta dalla media nazionale, che sfiora l’80%, ma soprattutto perché è lontanissimo dal target ottimale del 95% previsto dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV).

A lanciare l’allarme è il dottor Antonio D’Avino, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), che chiede azioni rapide e coordinate per colmare questo divario e garantire la protezione dei bambini contro malattie gravi come meningite e sepsi fulminante.

Perché vaccinarsi contro il meningococco B è fondamentale

Il vaccino meningococco B è l’unico strumento efficace per prevenire forme gravi di meningite e sepsi, infezioni che possono avere un decorso rapidissimo e potenzialmente fatale. “Quando il meningococco B invade il sistema sanguigno – spiega D’Avino – può portare in poche ore a un peggioramento delle condizioni cliniche, fino a mettere in pericolo la vita del bambino. E tutto questo sarebbe evitabile con la vaccinazione”.

La meningite batterica da meningococco B può lasciare anche sequele neurologiche permanenti, come sordità o danni cognitivi. Ecco perché la copertura vaccinale nei bambini non è solo raccomandata, ma cruciale.

Un’anagrafe vaccinale all’avanguardia, ma poco sfruttata

Paradossalmente, la Campania possiede uno degli strumenti più avanzati per monitorare le vaccinazioni pediatriche: l’anagrafe vaccinale informatizzata Sinfonia. Questo sistema consente di sapere in tempo reale quali bambini non hanno completato il ciclo vaccinale e permette di attivare strategie di richiamo attivo.

“Il problema – sottolinea D’Avino – non è tanto iniziare la vaccinazione, ma completare il ciclo. E con un sistema come Sinfonia potremmo individuare subito i bambini scoperti e contattare direttamente le famiglie. Ma serve una rete sanitaria strutturata che trasformi i dati in azioni concrete”.

Pediatri di famiglia: il nodo cruciale della prevenzione

In regioni come la Toscana, dove la copertura vaccinale contro il meningococco B supera l’80%, il successo si deve a un’efficace collaborazione tra sanità pubblica e pediatria di famiglia. “È questo il modello da replicare – continua il presidente FIMP – adattandolo alle caratteristiche del nostro territorio. Dobbiamo coinvolgere anche scuole e farmacie come setting vaccinali alternativi”.

Il pediatra di famiglia ha un ruolo chiave: conosce i bambini fin dalla nascita e costruisce un rapporto di fiducia con i genitori, essenziale per sensibilizzare e orientare le scelte in tema di prevenzione.

Verso una rete coesa per la salute dei bambini

“Solo una rete coesa tra pediatri, centri vaccinali e istituzioni può garantire il diritto alla salute dei più piccoli”, conclude D’Avino.

Il divario tra Nord e Sud, quando si parla di prevenzione, non può più essere tollerato. L’obiettivo è chiaro: aumentare la copertura vaccinale in Campania, proteggere tutti i bambini e ridurre drasticamente il rischio di malattie prevenibili.


Guarda il nostro approfondimento video con il dott. Antonio D’Avino per saperne di più su cosa non sta funzionando e quali soluzioni sono già a portata di mano.


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