Palpitazioni in menopausa: quando preoccuparsi e cosa fare. I consigli del cardiologo

Fino al 50% delle donne in post-menopausa sperimenta disturbi del ritmo cardiaco. Il dott. Angelo Di Pasquale spiega cause, sintomi e quando rivolgersi al medico
Con l’arrivo della menopausa, molte donne iniziano ad avvertire sensazioni nuove e spesso spaventose: palpitazioni al cuore, senso di battiti accelerati o di “cuore in gola”, soprattutto al risveglio. Ma cosa sono davvero queste palpitazioni? Sono pericolose? E come distinguerle da un problema cardiaco serio?
Ne abbiamo parlato con il dottor Angelo Paolo Di Pasquale, cardiologo, ospite della rubrica L’esperto risponde, che ha fatto chiarezza su un tema ancora poco discusso ma estremamente diffuso: il legame tra cuore e menopausa.
Palpitazioni in menopausa: un sintomo comune ma spesso sottovalutato
Secondo il dottor Di Pasquale, le palpitazioni in menopausa colpiscono fino al 50% delle donne in post-menopausa e il 40% di quelle in perimenopausa. Si tratta di disturbi molto comuni, causati prevalentemente dal calo degli estrogeni che avviene con l’invecchiamento e con la fine dell’età fertile.
Le alterazioni ormonali possono infatti influenzare l’attività elettrica del cuore, portando a manifestazioni come tachicardia sinusale o extrasistoli (battiti anticipati che interrompono il normale ritmo cardiaco).
Sebbene nella maggior parte dei casi non si tratti di condizioni gravi, queste palpitazioni possono compromettere la qualità della vita, causando ansia, insonnia e peggioramento di eventuali sintomi depressivi già presenti.
Quando preoccuparsi: i segnali da non ignorare
Non tutte le palpitazioni sono innocue. È fondamentale prestare attenzione se questi episodi si presentano insieme ad altri sintomi, come:
- Fame d’aria o fiato corto
- Dolore al petto
- Capogiri o vertigini
- Sensazione di svenimento
In presenza di questi segnali, è sempre consigliabile rivolgersi a un cardiologo per una valutazione più approfondita.
Smartwatch e cuore: possiamo fidarci?
Sempre più persone utilizzano smartwatch e fitness tracker per monitorare la propria salute cardiaca. Ma quanto sono affidabili questi dispositivi nel rilevare aritmie cardiache?
Lo smartwatch – spiega il dott. Di Pasquale – può essere utile nel rilevare una condizione specifica: la fibrillazione atriale, un’aritmia molto frequente dopo i 60 anni. In questo caso, il dispositivo ha dimostrato una buona sensibilità e specificità, ed è in grado anche di generare un elettrocardiogramma.
Tuttavia, per altri tipi di aritmie, la precisione diminuisce e non sempre gli allarmi segnalati corrispondono a reali problemi cardiaci. Per questo motivo, è bene utilizzare lo smartwatch come strumento di supporto, da integrare con il parere del medico e da non considerare un sostituto della diagnosi clinica.
I consigli del cardiologo per affrontare le palpitazioni
Non esistendo una terapia farmacologica specifica per le palpitazioni legate alla menopausa, il primo passo è agire sullo stile di vita. Il dottor Di Pasquale consiglia:
- Riduzione del peso corporeo, se in eccesso
- Eliminazione o riduzione di caffeina e alcol
- Attività fisica regolare
- Gestione dello stress e del sonno
Tutti interventi privi di effetti collaterali e potenzialmente molto efficaci nel migliorare la qualità della vita e il benessere del cuore.
Guarda il video: l’intervista completa al dott. Di Pasquale
Scopri di più in questo video esclusivo realizzato per L’esperto risponde, il format di Pianeta Salute che mette a disposizione dei cittadini i migliori specialisti italiani.
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