Prevenzione dell’ictus: riconoscere i fattori di rischio per proteggere il cervello
L’ictus è una delle principali emergenze cardiovascolari: conoscere i segnali, i fattori di rischio e le strategie di prevenzione può ridurre in modo significativo il rischio di eventi gravi e invalidanti. Il cardiologo Carmine Musto spiega perché intervenire presto è fondamentale e quali valori tenere sotto controllo.
L’ictus rappresenta oggi una delle cause più diffuse di mortalità e disabilità. Ma che cos’è esattamente l’ictus? È un danno improvviso al cervello causato dall’interruzione del flusso di sangue, che può essere ostruito (ictus ischemico) o provocato dalla rottura di un vaso (ictus emorragico). In entrambi i casi, il tempo è un fattore critico: riconoscere i primi segnali permette di intervenire rapidamente e limitare le conseguenze.
Secondo il dottor Carmine Musto, direttore della Cardiologia dell’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli, l’ictus è una condizione che si può prevenire agendo su abitudini, controlli periodici e gestione dei valori cardiovascolari. Non tutti i fattori di rischio sono modificabili, ma una parte importante della prevenzione dell’ictus è davvero nelle nostre mani.
L’età, il sesso e la predisposizione genetica rientrano tra i fattori non modificabili. Tuttavia, la maggior parte delle cause riguarda ciò che possiamo controllare: pressione arteriosa, colesterolo LDL, glicemia, fumo di sigaretta, alimentazione e attività fisica. “Lo stile di vita è il primo elemento citato nelle linee guida internazionali”, sottolinea Musto, ricordando che smettere di fumare, fare movimento e seguire una dieta bilanciata possono ridurre in modo significativo il rischio cardiovascolare e cerebrovascolare.
Molti si chiedono: Come si previene l’ictus? La risposta parte dai valori da monitorare. Pressione, glicemia e soprattutto colesterolo LDL devono mantenersi sotto soglie precise, diverse a seconda del rischio individuale. Nei pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare o presentano placche carotidee, il target raccomandato è un LDL inferiore a 55 mg/dl. Un altro dato da non trascurare è la lipoproteina(a), un indicatore genetico di rischio che basta misurare una volta nella vita.
Un tema centrale nella prevenzione riguarda anche la fibrillazione atriale, un’aritmia molto diffusa che può provocare la formazione di trombi e quindi l’ictus cardioembolico. Per questi pazienti, i farmaci anticoagulanti rappresentano la terapia più efficace per ridurre il rischio di eventi gravi.
Ma l’ictus colpisce solo gli anziani? Non sempre. Anche i giovani possono essere esposti, soprattutto quando esiste una condizione come l’ipercolesterolemia familiare, che innalza i livelli di LDL sin dalla giovinezza. Per questo, anche in età adulta precoce, la prevenzione primaria resta fondamentale.
Parlare di ictus significa parlare di consapevolezza e responsabilità personale. Cambiare le abitudini quotidiane, sottoporsi a controlli regolari e assumere correttamente le terapie prescritte permette di ridurre i rischi e proteggere il benessere cerebrale nel lungo periodo.
Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute per ascoltare l’intervista al dottor Carmine Musto e approfondire tutti i temi legati alla prevenzione dell’ictus.
In conclusione, conoscere i fattori di rischio e intervenire in anticipo significa guadagnare tempo e salute. La prevenzione dell’ictus è un percorso che inizia da piccole scelte quotidiane e prosegue con una corretta gestione dei valori cardiovascolari.
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