Scompenso cardiaco: verso un Piano Nazionale per migliorare la prevenzione e ridurre i ricoveri

Scompenso cardiaco

Un documento condiviso da istituzioni, società scientifiche e associazioni pazienti punta a un approccio integrato per affrontare lo scompenso cardiaco, una delle principali cause di ospedalizzazione in Italia

Lo scompenso cardiaco rappresenta oggi una delle più gravi sfide per la sanità pubblica. Colpisce circa un milione di persone in Italia e costituisce la prima causa di ricovero tra gli over 65. Una condizione cronica e progressiva che richiede una presa in carico tempestiva, continua e multidisciplinare.

Da queste premesse nasce il Piano Nazionale per lo Scompenso Cardiaco, un progetto elaborato da un gruppo di lavoro composto da istituzioni, società scientifiche e associazioni di pazienti, con l’obiettivo di definire una strategia condivisa e sostenibile. Il documento è stato presentato a Roma, nel corso di un evento promosso con il contributo non condizionante di AstraZeneca Italia, Roche Diagnostics e Bayer Italia.


Cos’è lo scompenso cardiaco e perché è una priorità sanitaria

Lo scompenso cardiaco è una patologia in cui il cuore non riesce più a pompare sangue a sufficienza per soddisfare le esigenze dell’organismo. Tra le cause più comuni figurano l’ipertensione, le valvulopatie, il diabete e le cardiopatie ischemiche.
Oltre al forte impatto clinico, la malattia ha anche un enorme costo sociale ed economico: ogni anno l’85% della spesa sanitaria per la gestione della patologia – circa 11.800 euro per paziente – è dovuto ai ricoveri ospedalieri.

Investire nella prevenzione cardiovascolare e nella diagnosi precoce significa quindi non solo salvare vite, ma anche rendere più sostenibile il sistema sanitario.


Diagnosi precoce e telemedicina: gli strumenti chiave per cambiare la cura

Come prevenire lo scompenso cardiaco? Gli esperti concordano su due priorità:

  • aumentare l’accesso agli screening precoci in modo uniforme su tutto il territorio;
  • potenziare le tecnologie digitali, come la telemedicina e il telemonitoraggio, per seguire il paziente anche da casa.

La senatrice Elena Morelli, presidente dell’Intergruppo Parlamentare sulle malattie cardio-cerebro-vascolari, ha sottolineato l’urgenza di “una visione politica di lungo periodo che metta al centro la prevenzione e la presa in carico continua del paziente”.

La dottoressa Stefania Paolillo, delegata della Società Italiana di Cardiologia, ha evidenziato la necessità di creare PDTA regionali (Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali) coordinati da linee guida nazionali, per garantire uniformità di trattamento e collaborazione tra specialisti.


Ospedale, territorio e medicina generale: una rete da rafforzare

Secondo il dottor Gaetano Piccinocchi della Società Italiana di Medicina Generale (SINGe), il medico di famiglia ha un ruolo centrale nella diagnosi precoce dello scompenso, ma servono strumenti diagnostici e risorse disponibili in tutte le regioni.

Anche la voce dei pazienti è stata rappresentata da Maria Rosaria Di Somma, dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci, che ha ricordato quanto sia importante garantire continuità assistenziale tra ospedale, territorio e case di comunità.

Sul fronte politico, l’onorevole Gian Antonio Girelli e il senatore Raul Russo hanno richiamato la necessità di una grande campagna di prevenzione cardiovascolare e di una maggiore digitalizzazione dei servizi sanitari, per intercettare la malattia prima che diventi grave.


Scopri di più nel servizio video di Pianeta Salute TG

Nel servizio completo di Pianeta Salute TG, gli esperti raccontano come il Piano Nazionale per lo Scompenso Cardiaco possa migliorare la qualità delle cure e ridurre i ricoveri, promuovendo una medicina personalizzata e accessibile.
Guarda il video per ascoltare le testimonianze di medici, istituzioni e associazioni pazienti che lavorano insieme per un futuro più sostenibile per la sanità italiana.

In sintesi

Lo scompenso cardiaco è una patologia complessa ma gestibile, se affrontata con strumenti adeguati e una rete di assistenza integrata.
Prevenzione, diagnosi precoce e innovazione tecnologica sono le chiavi per salvare il cuore e ridurre il peso di una malattia che riguarda milioni di persone in Italia.


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