Tumore dell’endometrio: svolta nella cura con l’immunoterapia in prima linea

Tumore dell’endometrio: svolta nella cura con l’immunoterapia in prima linea

Grazie al farmaco Dostarlimab, combinato alla chemioterapia, si apre una nuova era per le donne con tumore dell’endometrio avanzato o recidivante. Ecco cosa cambia davvero nella diagnosi, nei trattamenti e nella sopravvivenza.


Tumore dell’endometrio: una diagnosi in crescita, spesso sottovalutata

Il tumore dell’endometrio, conosciuto anche come tumore dell’utero, colpisce ogni anno circa 10.000 donne in Italia, soprattutto in età postmenopausale. Nonostante la sua diffusione crescente, è ancora poco conosciuto dal grande pubblico e, soprattutto, non esistono programmi di screening sistematici per intercettarlo nelle fasi iniziali.

Il sintomo principale – e spesso unico – è la comparsa di perdite ematiche dopo la menopausa. Un campanello d’allarme da non ignorare, anche quando l’ecografia appare normale, perché solo una biopsia dell’endometrio può escludere con certezza la presenza di un tumore.


Dostarlimab: l’immunoterapia che cambia la storia clinica

Una novità rivoluzionaria arriva oggi dalla combinazione tra immunoterapia e chemioterapia, riconosciuta ufficialmente come nuovo standard di cura in prima linea nei tumori dell’endometrio avanzati o recidivanti.

Il protagonista è Dostarlimab, un farmaco immunoterapico che, associato al classico schema chemioterapico a base di carboplatino e taxolo, ha dimostrato una riduzione del 72% del rischio di progressione della malattia e del 68% del rischio di morte nei tumori con instabilità dei microsatelliti (MSI-H), una mutazione genetica presente in circa il 30% dei casi.

“Grazie allo studio RUBY, oggi Dostarlimab è rimborsato anche in Italia come trattamento di prima linea – spiega la professoressa Nicoletta Colombo – ed è una vera svolta per la sopravvivenza delle pazienti”.


Non un solo tumore, ma almeno quattro: la nuova biologia dell’endometrio

Oggi si sa che il tumore dell’endometrio non è una malattia unica, ma comprende almeno quattro sottotipi molecolari diversi. Alcuni di questi rispondono in modo straordinario all’immunoterapia, altri si dimostrano purtroppo più aggressivi, come i tumori sierosi che sfuggono spesso alla diagnosi precoce.

In questi casi, anche in presenza di ecografia negativa, è fondamentale procedere con la biopsia dell’endometrio, soprattutto se ci sono sintomi sospetti come perdite ematiche. La diagnosi tempestiva resta l’alleata più potente per affrontare la malattia con successo.


Fattori di rischio: quando fare attenzione

Oltre all’età, esistono alcuni fattori di rischio associati allo sviluppo del tumore dell’endometrio. Tra questi:

  • Obesità, diabete e ipertensione, che incidono negativamente sul metabolismo;
  • L’uso prolungato di tamoxifene, un farmaco utilizzato nel trattamento del tumore della mammella;
  • La familiarità per tumori ginecologici.

Un’attenzione particolare va riservata anche alle donne in menopausa che presentano sintomi atipici o persistenti, per evitare diagnosi tardive e peggioramento del quadro clinico.


La voce delle pazienti: un futuro che torna possibile

Le associazioni pazienti, come ha sottolineato la presidente Nicoletta Cerana, accolgono con grande entusiasmo l’estensione dell’uso di Dostarlimab in prima linea. Un risultato che nasce dalla collaborazione tra ricerca, clinica e impegno civile, e che restituisce tempo, qualità della vita e speranza a migliaia di donne.

“Non si parla più solo di sopravvivenza – ha dichiarato Cerana – ma di come ridare vita al tempo delle pazienti, anche in fase avanzata.”


Guarda il video completo
Per approfondire il tema, guarda il nostro servizio video con interviste agli esperti e alle associazioni pazienti. Scopri cosa cambia davvero per chi riceve oggi una diagnosi di tumore dell’endometrio.


Conclusione: una nuova frontiera per la salute delle donne

L’arrivo di Dostarlimab segna una svolta terapeutica storica nel campo dei tumori ginecologici, aprendo nuove possibilità di trattamento e offrendo una maggiore personalizzazione delle cure. Informare, prevenire e sostenere la ricerca resta essenziale per continuare su questa strada.


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