Anemia falciforme: il ritmo della malattia raccontato attraverso un cortometraggio
Un cortometraggio trasforma l’anemia falciforme in un linguaggio fatto di danza, musica e immagini, offrendo una nuova chiave di lettura per comprendere questa malattia genetica rara e le sfide quotidiane dei pazienti.
L’anemia falciforme, una malattia ereditaria dell’emoglobina, è al centro di un progetto cinematografico innovativo che unisce arte e divulgazione scientifica. Il cortometraggio “Il ritmo della mezzaluna”, scritto e diretto dal giovane regista Mirco Rodio, nasce con l’obiettivo di dare voce a una patologia spesso invisibile e ancora poco conosciuta, pur essendo altamente impattante sulla vita delle persone.
Presentato in anteprima a Milano, il film ha vinto il contest creativo promosso dalla Società Italiana Talassemie ed Emoglobinopatie, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il supporto di Vertex Pharmaceuticals nell’ambito della campagna “Vite Convergenti”. L’opera sarà disponibile nei circuiti cinematografici, sui media digitali e sul sito dedicato alla campagna, che intende sensibilizzare sull’anemia falciforme e sulla beta-talassemia, entrambe malattie ereditarie del sangue che richiedono trattamenti costanti e un’attenta gestione clinica.
Secondo gli esperti, l’anemia falciforme è una patologia “fortemente invalidante”, caratterizzata da globuli rossi deformati che ostacolano il trasporto dell’ossigeno, provocando crisi dolorose, danni d’organo e, nei casi più gravi, complicanze potenzialmente letali come ictus o insufficienza renale e polmonare. In Italia si stimano circa 3.000 pazienti, un dato probabilmente sottostimato e destinato a crescere anche per effetto dei movimenti migratori da aree come l’Africa subsahariana, dove la condizione può interessare fino al 40% dei portatori sani.
“È una malattia autosomica recessiva: da due portatori sani può nascere un bambino malato”, ricordano gli specialisti. Per questo la diagnosi precoce e le campagne di screening per identificare i portatori sani rappresentano strumenti fondamentali di prevenzione e consapevolezza.
Il trattamento si basa da anni su trasfusioni e scambio eritrocitario, insieme all’impiego di farmaci come l’idrossiurea. Oggi, tuttavia, la ricerca apre nuove prospettive grazie alla terapia genica, definita dagli esperti come “una conquista che permetterà a molti pazienti di guarire”.
Nonostante la gravità e la complessità della malattia, l’anemia falciforme rimane poco raccontata dai media. Da qui nasce l’idea di Rodio, che ha scelto la danza come linguaggio narrativo per evocare “il ritmo del sangue dei pazienti, fatto di pause, silenzi e ripartenze”. Il regista, con un passato nella danza, spiega di aver tratto ispirazione dalla cultura africana, dove affonda le radici questa patologia, trasformando movimento e musica in metafora del percorso di cura.
Il risultato è un’opera che, pur durando pochi minuti, riesce a emozionare e stimolare domande, aprendo uno spazio narrativo in cui la malattia non è solo un dato clinico, ma una storia di resistenza, fragilità e forza.
Guarda il servizio completo su YouTube.com/PianetaSalute per ascoltare le interviste e scoprire tutti i dettagli del progetto.
L’anemia falciforme e la beta-talassemia richiedono ancora un grande lavoro di sensibilizzazione, affinché la diagnosi arrivi in tempo e i pazienti possano accedere alle cure più appropriate. Conoscere queste patologie è il primo passo per migliorare la qualità di vita di chi ne è colpito.
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