Il Comitato europeo per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (ECTRIMS) ha tenuto il suo principale evento scientifico annuale a Milano. Durante la prima giornata si è focalizzata l'attenzione su Evobrutinib, un inibitore della Bruton Tyrosine Kinase (BTK) in grado di penetrare nel sistema nervoso centrale.
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I dati preliminari dello studio di fase 2 hanno mostrato un beneficio clinico prolungato fino a cinque anni nei pazienti con sclerosi multipla recidivante. Evobrutinib si è dimostrato efficace e sicuro, rappresentando il trattamento con il follow-up più lungo tra gli inibitori della BTK utilizzati nella sclerosi multipla. Gli inibitori della BTK sono una nuova classe di farmaci che agiscono modulando le cellule B del sistema immunitario, le quali sono coinvolte nella risposta infiammatoria. Questi farmaci offrono nuove speranze per il trattamento della sclerosi multipla, agendo sia sull'infiammazione periferica classica, sia su una forma di infiammazione latente e a basso grado, definita "smoldering MS".
Quest'ultima contribuisce significativamente ai danni provocati dalla malattia e fino ad oggi non esistevano farmaci efficaci nel contrastarla. Evobrutinib, grazie alla sua capacità di agire su entrambe le componenti infiammatorie, potrebbe trasformare l'approccio terapeutico alla sclerosi multipla recidivante, contrastando sia le ricadute che la progressione della disabilità. I dati presentati sottolineano l'importante impegno di Merck nella ricerca sulla sclerosi multipla, con risultati promettenti che indicano la stabilità clinica nel 87% dei pazienti trattati per cinque anni, con conseguente miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di salute mentale.
Interviste a: Prof. Massimo Filippi, Direttore Neurologia IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano; Jan Kirsten, AD divisione Healthcare Merck Italia.