Scoperte le cellule transformer: il meccanismo che rende i tumori più aggressivi

Scoperte le cellule 'transformer': il meccanismo che rende i tumori più aggressivi

Un’importante scoperta, pubblicata oggi su Nature da un team di ricercatori italiani del MD Anderson Cancer Center e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, svela un meccanismo che rende i tumori più aggressivi. Si tratta delle cosiddette cellule ‘transformer‘, capaci di cambiare natura e sfuggire ai trattamenti oncologici.

Come i tumori si trasformano e diventano più pericolosi

Non tutti i tumori sono uguali. Si dividono in carcinomi, che derivano dalle cellule epiteliali, e sarcomi, che nascono da cellule mesenchimali. In alcuni tumori, come quello del pancreas, è stato osservato un fenomeno particolare: le cellule epiteliali si trasformano in cellule mesenchimali, diventando più aggressive e difficili da controllare. Questo processo, noto come transizione epitelio-mesenchimale (EMT), permette alle cellule tumorali di moltiplicarsi più velocemente, diffondersi più facilmente nell’organismo e resistere alle terapie.

DNA sotto attacco: il caos genetico che alimenta il tumore

Il nuovo studio dimostra che questo cambiamento non si limita all’aspetto delle cellule, ma influisce direttamente sul DNA. Quando una cellula epiteliale diventa mesenchimale, subisce una serie di alterazioni genetiche drammatiche, tra cui un fenomeno noto come cromotripsi: i cromosomi si spezzano in frammenti e si ricompongono in modo casuale. Questo porta a mutazioni che accelerano la crescita tumorale e rendono il cancro più resistente ai trattamenti.

“Abbiamo sempre pensato che fosse il DNA a determinare il comportamento di una cellula, ma questa scoperta ribalta il paradigma: il modo in cui una cellula si comporta può modificare il suo DNA e renderla ancora più aggressiva” spiegano gli autori dello studio.

Implicazioni per la ricerca e le cure future

Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade nella diagnosi e nel trattamento del cancro. Se si riusciranno a individuare biomarcatori che segnalano la transizione epitelio-mesenchimale, sarà possibile intervenire tempestivamente con terapie mirate, prima che il tumore diventi più aggressivo.

Inoltre, il tumore del pancreas, considerato tra i più difficili da trattare, potrebbe diventare un modello per studiare meccanismi simili in altri tipi di cancro. L’idea è che bloccare questa trasformazione prima che avvenga possa rallentare o addirittura fermare la progressione della malattia.

L’Italia in prima linea nella ricerca oncologica

A firmare questa ricerca sono scienziati italiani che lavorano tra gli Stati Uniti e l’Italia, dimostrando ancora una volta come la ricerca italiana abbia un ruolo di primo piano nella lotta contro il cancro. Studi come questo non solo ampliano la nostra comprensione della malattia, ma aprono nuove possibilità per lo sviluppo di terapie più efficaci.

Per chi vuole approfondire, il link all’articolo completo su Nature sarà disponibile non appena pubblicato.

Monica Di Leandro
Giornalista scientifica, Direttore di Pianeta Salute