Assistenza diabetologica nel Lazio: cosa cambia dopo il Terzo Rapporto sui centri diabetologici

Assistenza diabetologica nel Lazio

Come funziona l’assistenza diabetologica nel Lazio, quali criticità emergono dai territori e perché la valutazione partecipata può migliorare i percorsi di cura per le persone con diabete

L’assistenza diabetologica nel Lazio presenta forti differenze territoriali che incidono sull’accesso alle cure, alle tecnologie e alla presa in carico dei pazienti. Il Terzo Rapporto sui centri diabetologici, basato sulla valutazione partecipata delle associazioni di pazienti, evidenzia criticità organizzative ma anche opportunità concrete di miglioramento. Il confronto tra istituzioni, società scientifiche e cittadini punta a costruire percorsi di cura più equi, condivisi e orientati ai bisogni reali delle persone con diabete.

Alla Regione Lazio, la presentazione del Terzo Rapporto sui centri diabetologici ha aperto un confronto strutturato tra associazioni di pazienti, istituzioni e comunità scientifica. L’obiettivo è analizzare come funziona realmente l’assistenza diabetologica sul territorio e individuare soluzioni operative per superare le disuguaglianze tra le diverse ASL.

Il Rapporto nasce da un processo di valutazione partecipata, che coinvolge direttamente le persone con diabete e le associazioni che le rappresentano. Sono stati analizzati 33 centri diabetologici distribuiti in tutte le 10 ASL della Regione, facendo emergere una marcata eterogeneità nell’accesso alle tecnologie, intese sia come farmaci sia come dispositivi.

Tra le principali criticità segnalate vi sono la difficoltà di arruolamento del paziente attraverso i PDTA per il diabete, la scarsa integrazione tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti, e l’assenza di dimissioni protette che garantiscano una reale presa in carico territoriale dopo il ricovero ospedaliero.

Secondo quanto emerso, l’assenza di percorsi omogenei compromette l’equità di accesso alle cure, creando differenze significative tra territori e tra centri diabetologici. Un problema che incide direttamente sulla qualità della vita delle persone con diabete e sulla sostenibilità del sistema sanitario.

Dal lato istituzionale, la Regione Lazio ha raccolto le istanze delle associazioni, impegnandosi ad avviare un tavolo di coordinamento sul diabete. L’obiettivo è colmare i vuoti organizzativi e costruire un modello condiviso capace di garantire uniformità nell’assistenza diabetologica su tutto il territorio regionale.

Il confronto ha sottolineato anche l’importanza di un approccio multidisciplinare. Il diabete è una patologia cronica che coinvolge più organi e richiede una presa in carico precoce, supportata da campagne di screening e comunicazione, per ridurre complicanze e conseguenze nel lungo periodo.

Un contributo chiave arriva dal lavoro di Agenas, che ha presentato un modello di PDTA ottimale per diabete, BPCO e asma grave, sviluppato attraverso modelli di valutazione HTA. Si tratta di percorsi progettati con il supporto di associazioni di pazienti, esperti clinici e aziende del settore, pensati per diventare un riferimento a livello nazionale.

Dal punto di vista delle società scientifiche, il concetto di valutazione partecipata rappresenta un cambio di paradigma: non una medicina “per” il paziente, ma “con” il paziente. Un approccio che valorizza la telemedicina, l’integrazione tra professionisti e il coinvolgimento attivo delle associazioni nei processi decisionali.

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Il confronto tra territorio, istituzioni e mondo scientifico mostra come l’esperienza diretta dei pazienti possa diventare uno strumento concreto di miglioramento dell’assistenza diabetologica. La sfida è trasformare i dati e i vissuti raccolti in percorsi di cura realmente condivisi e più equi.

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