Diabete e sanità di prossimità: in Lombardia cure più accessibili grazie a farmacie e tecnologie

Dispositivi per il monitoraggio glicemico direttamente in farmacia, alleanza tra medici, farmacisti e associazioni pazienti: la Regione Lombardia punta su una nuova gestione del diabete più vicina al cittadino
Un sistema sanitario più vicino, efficiente e umano. È questa la direzione intrapresa dalla Regione Lombardia con il nuovo modello di sanità di prossimità, che promette di rivoluzionare la gestione del diabete sul territorio. Al centro del cambiamento: l’integrazione tra medici di base, specialisti, farmacisti e associazioni di pazienti, ma anche l’uso intelligente della tecnologia e l’abbattimento delle barriere burocratiche.
Il tema è stato al centro del convegno “La sanità di prossimità in Lombardia: innovare nella gestione del diabete”, svoltosi presso Palazzo Pirelli a Milano, su iniziativa della consigliera regionale Silvia Scurati, coordinatrice dell’intergruppo consiliare su diabete, obesità e stile di vita.
Glicemia sotto controllo: i dispositivi arrivano in farmacia
Tra le novità più concrete e attese annunciate durante l’evento, spicca la possibilità per le persone con diabete di ritirare CGM (Continuous Glucose Monitoring) e FGM (Flash Glucose Monitoring) direttamente nelle farmacie del territorio. Una misura che riguarda oltre 560.000 lombardi affetti da diabete, che potranno così evitare code, viaggi inutili e procedure complesse.
“Stiamo costruendo un sistema integrato – ha spiegato Silvia Scurati – che include le case di comunità, le farmacie di servizio e una rete di professionisti formati. L’obiettivo è semplificare la vita ai pazienti e supportare anche le loro famiglie.”
Un ecosistema che unisce cura e prevenzione
Il nuovo approccio mira a costruire un vero e proprio ecosistema per la cura del diabete, basato su prossimità, collaborazione multidisciplinare e prevenzione delle complicanze.
I medici di medicina generale assumono un ruolo centrale, diventando i primi riferimenti per intercettare e monitorare la patologia, anche con il supporto di strumenti digitali. Le farmacie non sono più solo luoghi di dispensazione, ma presìdi sanitari attivi nell’assistenza e nella formazione del paziente.
“Dobbiamo formare anche il personale sanitario sull’uso delle nuove tecnologie – ha sottolineato Maria Luigia Mottes, presidente del CLAD (Coordinamento Lombardo Associazioni Diabetici) – e garantire che ogni paziente, anche anziano, sia accompagnato nel percorso. La tecnologia è utile solo se è davvero accessibile.”
Farmacie, telemedicina e digital divide
L’innovazione passa anche dalla telemedicina, con soluzioni che permettono il monitoraggio da remoto della glicemia e delle condizioni generali del paziente diabetico. Tuttavia, restano sfide aperte, come il digital divide, ovvero il divario nell’accesso e nella comprensione degli strumenti digitali.
Servono dunque percorsi di educazione e formazione, rivolti sia alle persone con diabete sia ai caregiver e ai professionisti sanitari. Le associazioni pazienti, in questo, si propongono come alleate fondamentali per la co-progettazione dei servizi.
Lombardia, un modello nazionale?
Dalla collaborazione tra Regione, clinici, farmacie e mondo dell’advocacy, nasce un modello che potrebbe diventare riferimento anche per altre realtà italiane. L’obiettivo finale è migliorare la qualità della vita delle persone con diabete e ridurre l’impatto delle complicanze croniche sul sistema sanitario nazionale.
“La farmacia dei servizi sarà sempre più centrale – ha dichiarato uno dei rappresentanti dei farmacisti intervenuti – con prestazioni di telecardiologia, autoanalisi e supporto continuo ai pazienti diabetici. La sanità si fa sul territorio, ogni giorno.”
Guarda il servizio video completo realizzato da Pianeta Salute TG per scoprire le voci dei protagonisti e le testimonianze dal convegno:
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