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La sfida dell’oncoematologia: tra innovazioni terapeutiche e necessità di ridurre oneri burocratici

Il mondo dell'oncoematologia sta vivendo notevoli innovazioni terapeutiche. Malattie un tempo ritenute difficili da trattare sono ora più gestibili, portando ad un futuro promettente grazie a ricerca e innovazione. Questa evoluzione ha implicazioni per gli ematologi, che ora trattano un numero maggiore di pazienti, aumentando il loro carico di lavoro amministrativo e burocratico. È necessario ripensare il modello di assistenza al paziente oncoematologico.

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Una survey, promossa da Isheo (Integrated Strategies for Health Enhancing Outcomes) e "La Lampada di Aladino ETS", presentata durante il convegno che si è tenuto a Roma dal titolo "Il medico al centro: per una migliore assistenza al paziente con tumori del sangue in Italia", ha evidenziato due principali risultati:

1. Circa la metà della giornata lavorativa di un ematologo è dedicata a compiti amministrativi piuttosto che alle attività mediche.

2. Più della metà dei partecipanti ha sperimentato il burnout negli ultimi mesi. Questi risultati indicano la necessità di ridurre l'onere amministrativo sui medici e affrontare il problema del burnout.

Sebbene l'ematologia italiana sia riconosciuta a livello mondiale, c'è la necessità di garantire che tale eccellenza continui. I medici sono spesso sovraccaricati, il che può ostacolare le loro principali responsabilità mediche. La rapida innovazione in oncoematologia significa che più pazienti vengono trattati e sopravvivono, ma spesso ritornano negli ospedali, sovraccaricando ulteriormente il sistema. La visione futura per l'assistenza ai pazienti oncoematologici sottolinea un approccio più personalizzato.

Ciò comporterebbe non solo il trattamento della malattia organica, ma l'indirizzo dell'intero percorso della malattia, garantendo il benessere generale dei pazienti. Nel contesto di notevoli progressi medici, gli ematologi affrontano sfide derivanti da doveri amministrativi che possono ostacolare il loro ruolo principale nell'assistenza al paziente. Recentemente, sondaggi hanno mostrato che circa il 50% del tempo di un ematologo in ospedale è dedicato ad attività non mediche.

Sebbene la ricerca e gli standard di cura del paziente siano mantenuti, c'è bisogno di un migliore supporto amministrativo. L'importanza della ricerca e le esigenze amministrative per essa, incluso il rapporto con gli organi regolatori e la gestione di molte pratiche burocratiche, sottolineano ulteriormente la necessità di personale amministrativo specializzato negli ospedali.

Interviste a: Davide Petruzzelli, Presidente La lampada di Aladino ETS e Roberto Cairoli, Professore Associato di Ematologia, Università Milano-Bicocca e Direttore S.C. Ematologia e Medicina Molecolare presso Niguarda Cancer Center, Milano.

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